Scaduto l’ultimatum imposto dai militari al presidente Mohamed Morsi, in Egitto è in corso un colpo di Stato militare. Proseguono, in una stracolma piazza Tahrir, le proteste con cui i manifestanti chiedono a gran voce le dimissioni di Morsi, mentre altri simili presidi sono in corso davanti ai due palazzi presidenziali di Ittahadeya ed el Kobba, ma anche ad Alessandria e in altre città. Prendendo posizione contro gli oppositori del presidente egiziano, Mohamed al-Zawahiri, leader jihadista salafita e fratello del leader islamista di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri, ha emesso oggi una fatwa, una sentenza che autorizza i suoi seguaci a combattere contro gli oppositori: “Non abbiate paura, né esitazione, annunciamo ai nostri fratelli musulmani che alla fine non saremo noi i vinti, ma sarà il contrario”, ha detto al-Zawahiri. L’esponente islamico ha sottolineato di non volere “caos, disordine e sedizione”, ma chiede che venga contrastato il “complotto ordito dagli Stati Uniti d’america e i loro agenti”. Morsi, inoltre, questo pomeriggio sarebbe stato posto agli arresti domiciliari dai militari nella sede della Guardia repubblicana. Yasser Haddara, consigliere per la comunicazione del presidente, ha però smentito: “Il presidente ha lavorato per tutto il giorno nel suo ufficio nella caserma della Guardia repubblicana”.