Gli scontri in Siria tra oppositori del governo e lealisti di Assad ha ormai assunto da tempo i connotati di una vera e propria guerra civile. Per certi versi, sta assumendo le caratteristiche di una guerra che, potenzialmente, rischia di deflagrare ben oltre i confini territoriali. Cina, Russia, e Iran, infatti, sganciano al regime ben 500 milioni di euro al mese, a quanto a riferito il vice primo ministro per gli Affari economici siriano, Kadri Jamil, in un’intervista al Financial Times. «Non è poi così male avere alle tue spalle i russi, i cinesi e gli iraniani», ha dichiarato, precisando come il sotengno sia di natura politica, economica e militare. Nel frattempo, Assad torna a esternare, ostentando sicurezza: «Quanto prima annuncerò ufficialmente la vittoria nella guerra universale contro i nemici della Siria», ha dichiarato, a quanto a riferito un quotidiano di Damasco vicino al governo. Nel frattempo, i militari siriani hanno dato luogo ad un nuovo bombardamento nella periferia della Capitale, uccidendo altri 14 civili. L’artiglieria pesante, in particolare, ha attaccato la cittadina di Kafr Batna, a 4 chilometri a est di Damasco. E quanto, ancora una volta, denunciano fonti dell’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, la l’ organizzazione dell’opposizione in esilio con sede a Londra



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