E’ avvertibile e concreto il vuoto politico che si è prodotto negli ultimi anni. In tutta Europa la classe dirigente sta avendo e che fare, oltre che con la crisi, con ondate di antipolitica e movimenti che ad essa si ispirano che stanno minando le strutture di potere consolidatedi in decenni. D’altro canto, i cittadini sono stufi e attendono, sempre meno speranzosi, una novità in grado di archiviare il passato. Che in Messico abbiano avuto l’idea giusta? Sì, perché nella capitale dello stato federale di Veracruz, a Xalapa, i cittadini hanno deciso di candidare alla poltrona di sindaco un gatto.
Si chiama Morris e, c’è da scommetterci, otterrà non pochi consensi alle prossime elezioni del 7 luglio, sulla base dell’assioma: “se si deve votare un animale, tanto vale votare lui”. A valle della trovata, a dire il vero, vi sono un ragionamento e un’ironia un po’ più sofisticati: gli amministratori hanno raggiunto un grado di corruzione ormai esasperata e, nel linguaggio comune, costoro vengono chiamati “topi”. E cosa c’è di meglio di un gatto per stanare e far fuori un topo? Lo slogan di Morris, non a caso, è “Xalapa Senza Topi”.
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Per il resto, il micio ha promesso che non sarà da meno degli altri candidati: dormirà, sbaglierà, giocherà nella sporcizia e ozierà tutto il giorno. Di contro, ha svelato i suoi punti deboli: ama, e parecchio, «trapunte, lenzuola, cuscini, divani, e abbigliamento in generale». Tutto questo, non dispiace agli elettori della cittadina. Il grado di disaffezione verso la politica locale e la disillusione sono tali da aver fatto balzare gli iscritti della pagina di Facebook di Morris (perché ne ha una) a quota 100mila amici e 20mila “mi piace. Molto più dei suo sfidanti umani. La bizzarra campagna elettorale è stata architettata da due giovani di Xalapa che volevano sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto allo scarso interesse mostrato nei confronti della prossima tornare elettorale.
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Inoltre, la conoscenza dei candidati a sindaco è talmente bassa che, in sostanza – è questo uno dei messaggi dei promotori dell’iniziativa – al loro posto si potrebbe tranquillamente candidare un gatto, e nessuno se ne accorgerebbe. Purtroppo, Morris, com’era prevedibile, non potrà entrare a fare parte ufficialmente della competizione elettorale. Non parteciperà, quindi, alle elezioni. Tuttavia, gli ideatori dell’iniziativa hanno chiesto ai votanti di scrivere comunque il nome di Morris oppure di disegnare un gatto sulla scheda, in modo che il messaggio di protesta venga egualmente recepito.