E’ a lieto fine la storia di Kali Hardig, ragazzina americana di dodici anni sopravvissuta a un parassita che solitamente non lascia scampo. Si tratta del cosiddetto “Naegleria fowleri”, un minuscolo organismo simile a un’ameba che vive in acqua dolce a temperature variabili. Il parassita entra solitamente dal naso, fino a raggiungere il cervello e a intaccare il sistema nervoso centrale, scatenando una malattia (la meningoencefalite amebica primaria) che se non diagnosticata subito può uccidere un uomo nel giro di una settimana. La giovane è venuta a contatto con il parassita in un parco acquatico, il Willow Springs Water Park di Little Rock, ora chiuso dal Dipartimento della Salute dell’Arkansas in attesa che venga messo in condizioni di sicurezza. La ragazza ha accusato fin da subito febbre alta, tra i sintomi della meningoencefalite amebica primaria (oltre a nausea, mal di testa e vomito) così i genitori l’hanno portata in ospedale, dove i medici hanno indotto il coma e abbassato la temperatura corporea della ragazza. E’ stato inoltre utilizzato un farmaco sperimentale che sembra aver guarito la giovane paziente, la quale è tornata a respirare da sola ma non ancora a parlare. “Abbiamo eliminato il parassita dal suo corpo – ha spiegato il dottor Sanjiv Pasala -, ma far tornare a posto il cervello è la parte più difficile. Però ogni giorno assistiamo a un piccolo miglioramento, siamo ottimisti”. La madre di Kali, Traci, ha detto invece che “all’inizio i medici ci hanno detto che non sarebbe sopravvissuta. Mio marito mi diceva: pregheremo per lei, la aiuteremo a combattere. Adesso Kali è ufficialmente la terza sopravvissuta americana”.



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