Continuano gli orrori in India, un mondo surreale in cui non vi è spazio per i diritti umani in particolar modo per il sesso femminile. In un villaggio dello Stato di Uttar Pradesh una donna è stata bruciata viva dal marito. Accompagnato dai parenti, Puran si è avvicinato alla moglie, l’ha cosparsa di cherosene e in seguito le ha dato fuoco. Naresh Devi lascia questo mondo con un figlio in grembo da otto mesi. Neanche il pensiero di poter dare alla luce un bambino ha placato l’ira dell’uomo. Il fatto risale a martedì sera, la causa sarebbe il mancato pagamento della dote da parte della famiglia della donna: una moto e 50.000 rupie (il corrispettivo di poco più di 600 euro) era il prezzo da pagare per il matrimonio. Niente dote? Una mancanza di rispetto intollerabile per il marito che ha deciso di far pagare i genitore di lei con una somma ben più cara di quei beni materiali: l’omicidio di una figlia e di un potenziale nipote. A dar notizia del tragico episodio accaduto nel villaggio di Upeda è l’agenzia di stampa indiana Pti. Puran si è dato alla fuga, con il fratello minore, mentre la moglie veniva ricoverata d’urgenza in un ospedale vicino al villaggio, nel quale nel giro di poche ore è deceduta a causa delle gravi ustioni riportate sul corpo. In questo momento le forze dell’ordine indiane stanno indagando sul caso. Nel frattempo sono arrivati gli arresti per i genitori dell’uomo poiché le denunce degli abitanti del villaggio hanno indicato i due coniugi come complici dell’omicidio. L’India sembra un paese dimenticato dalla comunità internazionale o forse uno Stato troppo distante nei confronti del quale le istanze internazionali faticano a trovare spiragli per una soluzione alla piaga della mancanza di rispetto dei più deboli. Nonostante il sistema di caste sia una realtà impossibile da scardinare, in quanto calcificata nella cultura popolare e l’istruzione non faccia da padrone, l’India rimane momentaneamente uno dei paesi emergenti dal punto di vista economico. Ma dal punto di vista sociale la strada è ancora lunga: dal 2001 al 2012 si registrano circa 91.000 casi di omicidi di donne, la maggior parte dei quali per motivi riguardanti le doti. Ricordiamo che il penultimo caso risale a fine maggio di quest’anno. Una ragazza di soli undici anni, colpevole di aver fatto la spia, è stata bruciata viva da altre donne.



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