L’Egitto sta vivendo uno dei momenti più tragici della sua storia, con il rischio di una guerra civile alle porte, ma poco si parla delle brutali violenze da parte dei sostenitori di Morsi e degli appartenenti ai Fratelli musulmani nei confronti dei cristiani egiziani, copti e cattolici. Violenze del tutto ingiustificate: i radicali islamici infatti stanno approfittando di queste ore di tensione per mettere in atto il loro progetto di eliminare fisicamente i cristiani dall’Egitto, piano che viene perseguito da anni, anche durante il regime del deposto presidente Mubarak. Secondo le notizie che riporta l’agenzia Asia News, il 14 agosto centinaia di aderenti ai Fratelli Musulmani hanno attaccato e occupato un monastero di suore francescane nella zona di Bani Suef nell’Alto Egitto. Hanno devastato i locali, decapitando una statua della Vergine Maria, e hanno anche stuprato due insegnanti della scuola appartenente al monastero. Dopo di che hanno umiliato le suore costringendole a sfilare davanti a loro per la strada come fossero prigionieri di guerra. Suor Manal, preside dell’istituto, intervistata dall’Associated Press, ha detto che le suore sono state salvate solo grazie a una ex insegnante della scuola di religione islamica che ha convinto gli assalitori ad andarsene. Da quando sono cominciate le manifestazioni pro Morsi in tutto Egitto sono state incendiate 58 chiese e distrutti centinaia di negozi e abitazioni appartenenti a cristiani. La polizia, secondo le testimonianze, fa ben poco per difendere i cristiani.