Se c’era bisogno anche di leggerlo, adesso è possibile. Che la Cina, come ogni altro paese comunista quando ancora ne esistevano, tema le idee di libertà e di democrazia proprie delle nazioni occidentali, si poteva ben capire. Negli ultimi anni però si era assistito a un certo allargamento delle maglie opprimenti della repressione. Impressione sbagliata, leggendo il promemoria a uso interno dei dirigenti del partito comunista cinese che dichiara l’allarme per l’infiltrazione delle “pericolose idee” di democrazia nella società cinese. Spaventa “l’indipendenza dei media” (Internet docet) ma anche i diritti umani: il documento sembra dunque rilanciare l’idea di controllo e repressione della società cinese caro allo stile del Partito comunista. Si tratta del Documento numero 9 redatto dal leader Xi Jinping che elenca i pericoli dell’occidente: “la democrazia costituzionale”, “l’universalità dei diritti umani”, “l’indipendenza dei media”, “l’idea di partecipazione”, “il liberismo sfrenato” e “le critiche nichiliste al passato del Pcc”. Il documento lancia l’allarme di dissidenti e forze ostili occidentali che si starebbero infiltrando nella sfera ideologica cinese: a rendere noto il documento segreto il New York Times. Il giornale americano sottolinea come quanto scritto nel documento in realtà stia già accadendo, con nuove strette misure di censura sul web e l’arresto di due attivisti avvenuto recentemente. Si tratta del giornalista Xiao Shu e del blogger Zhou Lubao. Il primo soprattutto è molto noto in Cina per i suoi coraggiosi articoli sempre a rischio di censura.