“Si pentiranno di quello che hanno fatto coloro che hanno scelto di sostenere l’oppressione e lo spargimento di sangue: i martiri sono stati uccisi perché resistevano a un tiranno traditore, il loro sangue sia maledetto per voi”. Questo l’anatema lanciato oggi da Mohamed Badie, il leader dei Fratelli musulmani arrestato la notte scorsa in un appartamento nei pressi della piazza Rabia al-Adawiya. Insieme a lui è stato fermato anche Youssef Talaat, portavoce dell’Alleanza nazionale per la difesa della legittimità che riunisce i movimenti a sostegno del deposto presidente egiziano Mohamed Morsi. Sono finiti in manette, secondo quanto riferito dalle autorità egiziane, anche Safwat Hegazi, uno dei Fratelli musulmani più ricercati, e Murad Ali, portavoce dell’Fjp, braccio politico della Fratellanza.
Gli Stati Uniti bocciano l’arresto della guida dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badia, la cui cattura è stata definita da un portavoce della Casa Bianca “non in linea con gli standard di tutela dei diritti umani che gli States sostengono”. Il leader del movimento islamista è stato arrestato in un appartamento al Cairo, nei pressi di Rabaa, e poi portato nel carcere Torah, lo stesso che a breve l’ex rais Hosni Mubarak potrebbe lasciare. Se la Corte d’Assise del Cairo dovesse accogliere il ricorso presentato dall’avvocato difensore dell’ex presidente, quest’ultimo potrebbe essere presto scarcerato su cauzione. Dall’Egitto arriva anche la notizia che l’ex vice presidente egiziano Mohamed El Baradei verrà processato per “tradimento della fiducia” per essersi dimesso il 14 agosto scorso in segno di protesta contro le violenze messe in atto dalle forze militari contro i manifestanti pro-Morsi. A prendere il suo posto, a titolo provvisorio, sarà Mahmud Ezzat. Soprannominato “la volpe della Confraternita”, è stato arrestato in passato, durante il regime di Mubarak, per adesione a una formazione illegale.