Una bambina siriana si risveglia in ospedale dopo il presunto attacco di mercoledì scorso avvenuto con armi chimiche. Il video, diffuso dagli oppositori al regime di Bashar Al Assad, mostra la giovane ancora sotto choc, stupita di essere viva, mentre un medico cerca di calmarla. Non è ancora stato ufficialmente confermato l’utilizzo del gas letale, sempre smentito dal regime siriano. Qualsiasi utilizzo di armi chimiche, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon durante la sua visita a Seoul, “violerebbe il diritto internazionale. Un tale crimine contro l’umanità avrebbe gravi conseguenze per chi lo ha perpetrato”. “È una sfida grave per la comunità internazionale nella sua totalità, e l’umanità che abbiamo in comune, e altrettanto che ciò sia avvenuto mentre la missione di esperti dell’Onu si trovava nel paese”, ha aggiunto. Intanto domenica scorsa sono arrivati in Siria gli ispettori dell’Onu per indagare su possibili episodi di utilizzo di armi chimiche. Nei giorni scorsi i Comitati locali di coordinamento siriani hanno parlato di “centinaia di morti e di feriti, tra cui donne e bambini”, risultato “del barbaro uso di gas letali da parte del regime criminale nelle città dell’est Ghouta”. Le vittime, secondo alcuni attivisti citati dall’agenzia di stampa Reuters, sarebbero 750, ma potrebbero essere anche più di mille.