Per comprendere quello che sta accadendo in Egitto e per capire il motivo per cui è caduto il regime dei Fratelli Musulmani, dobbiamo tornare indietro per scoprire l’incompatibilità tra l’ideologia della Fratellanza e la democrazia. In questo articolo ho cercato di riassumere le fasi storiche che ha affrontato la Fratellanza tra proibizione e tolleranza. Nel tempo il movimento islamista ha cercato di conquistare il potere, fino alla vittoria di Morsi e la sua caduta. La nascita del jama’a al-ikhwan al-muslimin (I Fratelli Musulmani) avvenne in un periodo in cui il processo di secolarizzazione dello stato egiziano si era esteso sull’intero livello politico. A influenzare la sua nascita fu paradossalmente il fatto che nel 1924 Ataturk decise di abolire il califfato ottomano di Istanbul, l’istituzione che simboleggiava l’unità dei credenti del mondo islamico, e la sostituì con una repubblica nazionalista turca e laica.



La nascita dell’organizzazione dei Fratelli musulmani fu quindi una reazione contro il secolarismo e la scomparsa della figura totalitaria del califfato. Il percorso storico della Fratellanza ha dimostrato che il gruppo era disponibile ad utilizzare qualsiasi strumento per conquistare il potere per sempre. Fu una tappa di questo percorso la fondazione dell’ Organizzazione Speciale (Al nizam al khas), avvenuta dopo lo scontro con gli inglesi. In pratica si trattava di un apparato segreto che comprendeva il braccio armato del movimento e aveva come fine quello di preparare gruppi militanti alla resistenza armata. L’Organizzazione Speciale da un lato ha avuto un ruolo nella guerra contro il sionismo in Palestina, dall’altro ha compiuto una serie di assassini e attentati contro il governo egiziano. Lo stesso fondatore e prima guida generale dei Fratelli musulmani, Hassan al-Banna, ha accettato il gioco democratico, candidandosi alle elezioni parlamentare del 1944. Dopo la morte di al-Banna, come guida generale del gruppo venne nominato Al Hudaybi, che definì il colpo di stato degli ufficiali liberi del 1952, con le parole di “rivoluzione benedetta”.



Con il tempo la situazione tra la Fratellanza e gli ufficiali liberi venne a peggiorare. Un attentato fallito contro Nasser diede inizio a una fase di repressione che durò fino alla morte del presidente. Sotto la presidenza di al Sadat, che si caratterizzò per politiche diverse da quelle di Nasser, il gruppo riuscì a riorganizzarsi. Al Sadat promulgò una nuova Costituzione in cui il secondo articolo stabiliva che i principi della legge islamica (Mabadè al Shari’a) sono la fonte principale della legislazione. A ispirare questo articolo furono proprio alcuni esponenti della Fratellanza che contribuirono alla redazione di parti della costituzione permanente. Poi nel 1980 l’articolo venne emendato: fu tolta la parola “mabadè” (i principi) e la fonte principale della legislazione diventò la legge islamica tout court. Ma da quando la Fratellanza condannò gli accordi di pace con Israele, le relazioni tra il gruppo islamista e il presidente Sadat peggiorarono fino a portare all’assassinio di al-Sadat per mano di un gruppo islamico che si riconosceva nel salafismo jihadista.



L’arrivo di Mubarak al potere e le sue politiche nei confronti della Fratellanza oscillarono tra tolleranza e proibizione. Sotto il regime di Mubarak la Fratellanza ha avuto un ruolo decisivo dentro il campo sindacale e parlamentare, il fatto che ha spinto il regime di Mubarak a seguire politiche di limitazione della presenza del gruppo, è vero che anche il regime lo reprimeva, ma allo stesso tempo lo tollerava tacitamente. Questo anche perché il regime di Mubarak cercava a sua volta di legittimarsi dandosi una patina religiosa. Peraltro, bisogna dire che negli anni Novanta, di fronte al terrorismo che aveva insanguinato l’Egitto, il regime ha spesso e volentieri parificato la Fratellanza ai terroristi. Sotto il regime di Mubarak la Fratellanza divenne il gruppo politico più organizzato in tutte le province della repubblica, grazie alle attività religiose e sociali del movimento islamista. Ciò faceva sì che il gruppo avesse accesso a varie fasce popolari. Molto meno consistenti erano invece gli altri partiti politici (liberali, laici e socialisti), che non avevano un vero peso politico. Il regime di Mubarak non permise la crescita delle forze laiche e così di fatto il rais divenne l’unico protettore dall’estremismo islamico.

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