Adesso che a saltare in aria in Nigeria sono anche le moschee, qualcosa sembra muoversi verso la strada di una pacificazione. Per mesi, con terribile puntualità, quasi ogni domenica una bomba è stata fatta esplodere nelle chiese della comunità cristiana nigeriana, opera del gruppo estremista islamico Boko Haram. Una strategia precisa con lo scopo dichiarato di cacciare i cristiani dal paese africano. Ultimamente però stessa sorte è capitata ad alcune moschee, segno di una guerra fratricida all’insegna della violenza più spietata. L’arcivescovo di Jos, monsignor Ignatius Kaigama, e l’imam della moschea centrale della città, lo sceicco Balarabe Daoud, hanno dunque tenuto un incontro interreligioso presso il “Centro per il dialogo, la riconciliazione e la pace” di Rayfield per affrontare la questione. Alla fine, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che chiede a islamici e cristiani di lavorare insieme per ricostruire chiese e moschee: “Abbiamo deciso di essere la punta della lotta contro la polarizzazione e la spaccatura delle nostre due comunità” hanno detto. I due rappresentanti religiosi vivono nel Plateau, lo stato dove più attivo è il movimento radicale islamico supportato da Al Qaeda. Qui, negli ultimi quattro anni, ci sono stati duemila morti per attentati.