Nella mattinata di ieri dei fuoristrada delle Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno fatto irruzione nel campo di Qalandiya e hanno provocato la morte di tre cittadini palestinesi. Negli anni passati si erano già verificati dei contrasti in quest’area della Cisgiordania che si trova  a una quindicina di chilometri da Gerusalemme. Il sito israeliano Ma’ariv riporta la notizia dell’intrusione dell’unità di polizia di frontiera “Mista’arvin”, conosciuta per agire in borghese sotto mentite spoglie arabe, che aveva lo scopo di arrestare un sospetto terrorista di nome Yousef Al-Khatib. Secondo il quotidiano online israeliano, appena gli abitanti del campo profughi di Qalandiya hanno scoperto la vera identità delle forze israeliane, una folla di palestinesi ha assaltato l’unità che agiva in solitaria. Il portavoce della polizia di frontiera Shai Hakimi ha stimato un numero attorno alle 1.500 persone palestinesi corse all’assalto delle unità israeliane, anche se da quello che si evince dalle immagini di un video postato su YouTube, l’attacco sembra essere orchestrato da un numero di persone certamente inferiore. Inoltre il lancio di materiali contundenti da parte dei palestinesi era partito dai tetti di alcune abitazioni e rivolto ai militari israeliani che si trovavano in un vicolo molto stretto del campo di Qalandiya. A quel punto le IDF hanno contattato i rinforzi al fine di uscire indenni dal putiferio che si era scatenato; ma a quel punto le vie del campo sono già diventate un vero e proprio inferno. I rinforzi arrivano puntuali nel mezzo della guerriglia e cominciano prima a sparare proiettili di gomma  e gas lacrimogeni, poi colpi di arma da fuoco che lasceranno al suolo tre cittadini palestinesi: Robin Al-Abed di 32 anni, Younis Jihad Abu Al-Sheikh Jahjouh di 22 e Jihad Asslan, 20 anni. Oltre ai deceduti, i media locali contano anche una ventina di feriti. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che “i crimini di Israele e la costruzione di nuovi insediamenti in territorio palestinese non rappresentano un chiaro messaggio quanto alle loro intenzioni per il processo di pacificazione”. “Tali rappresaglie dimostrano il bisogno di una protezione internazionale per la nostra gente”, ha ribadito a gran voce il primo ministro palestinese Rami Hadmallah. Intanto l’IDF sta indagando sull’incidente e da quanto si legge in un comunicato stampa, “durante un’operazione notturna – 5.00 del mattino (gli arresti nei campi vengono solitamente effettuati alle prime luci del giorno, ndr) –  che prevedeva l’arresto di un sospettato di terrorismo, è scoppiata una rivolta nei confronti delle forze israeliane che ha coinvolto centinaia di palestinesi”.  Dopo lo l’accaduto, a destare sospetti  è il fatto che l’uomo palestinese ricercato sia stato rilasciato solo un mese fa dopo aver scontato 10 anni di carcere in Israele. L’ombra del pretesto vige impassibile come in molti altri casi in cui le forze israeliane si sono dimostrate negligenti.  A causa di questo spiacevole episodio è saltato l’incontro previsto tra le delegazioni israeliane e quelle palestinese in programma a Gerico, per proseguire i difficili negoziati di pace.



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