I responsabili del Fronte di salvezza nazionale, l’ampio movimento che raduna diverse forze politiche e che ha dato vita alle grandi manifestazioni per cacciare Morsi dal potere, ha scritto una lettera a Barack Obama. In essa si denuncia la persecuzione attiva dei cristiani che vivono in Egitto da parte degli islamici e il silenzio dei paesi occidentali su questi fatti: “sferrati oltre 45 attacchi a sedi cristiane in tutto l’Egitto, sfociando nell’incendio di 19 chiese e cattedrali, alcune risalenti al sesto secolo. [ndt: l’ultima conta delle chiese incendiate è di 58]. L’elenco è lungo ma chiedete alla vostra intelligence, loro lo sanno”. In questo quadro si osservano nelle ultime ore alcuni articoli che sostengono la linea secondo la quale il vero motivo per cui molti islamici attaccano i cristiani non sia il fatto religioso, ma la ricchezza di cui disporrebbero i copti egiziani. Si cerca di impossessarsi dunque delle loro “ricchezze”, di eliminare la loro presenza sociale, di farli fuggire dall’Egitto per impossessarsi di chissà quali patrimoni. In realtà sin dai tempi di Mubarak, la minoranza di cristiani che vivono in Egitto è sempre stata una delle classi sociali più povere, costretta a vivere ad esempio al Cairo in squali e miserabili quartieri di periferia proprio perché esclusi dai principali posti di comando politico ed economico.