“La strage di civili siriani con le armi chimiche non è stata perpetrata da Assad ma dai ribelli, con lo scopo di provocare un intervento militare da parte di Stati Uniti e Francia”. E’ la denuncia di Philip Giraldi, un ex agente segreto ed esperto di terrorismo della CIA. Dopo avere rassegnato le dimissioni dall’intelligence Usa, Giraldi è diventato direttore esecutivo del think tank Council for the National Interest e ha smascherato le bugie della Casa Bianca sul presunto utilizzo di uranio per fini bellici da parte di Saddam Hussein e dell’Iran. Anche in questo caso, per Giraldi l’ipotesi di un utilizzo di armi chimiche da parte di Damasco è del tutto inverosimile, ma “gli Stati Uniti accettano questa versione dei fatti perché fa loro comodo, in quanto consente loro di aumentare la pressione nei confronti di Assad. Il passo successivo sarà una serie di attacchi mirati contro le basi aeree del governo di Damasco”.
Perché è così convinto del fatto che a usare le armi chimiche non sia stato Assad ma i ribelli?
Il governo siriano non aveva alcuna motivazione a usare le armi chimiche, soprattutto nei confronti della popolazione civile, mentre i ribelli avevano numerose ragioni per farlo. Sono quindi convinto che i responsabili del loro utilizzo siano stati proprio i ribelli. Il governo siriano in questo momento sta vincendo la guerra e quindi non ha alcun bisogno di ricorrere ad arsenali non convenzionali.
Quale interesse avrebbero invece i ribelli?
I ribelli potrebbero essere mossi dall’intenzione di dimostrare al mondo che il governo siriano sta utilizzando armi di distruzione di massa, proprio con lo scopo di provocare un intervento di Stati Uniti e Francia. In questo momento del resto i ribelli sono l’unica fonte d’informazione che affermi che Assad avrebbe usato le armi chimiche, e ciò rende ancora più evidente il fatto che la notizia è falsa in quanto tale.
Quale delle diverse componenti dei ribelli siriani sarebbe responsabile dell’utilizzo di armi chimiche?
Difficile dirlo, anche se è probabile che si sia trattato di uno dei gruppi più radicali. E’ noto che il regime siriano dispone di arsenali di armi chimiche.
Nell’ipotesi in cui a utilizzarle siano stati i ribelli, come avrebbero fatto a impossessarsene?
I ribelli hanno catturato diverse basi militari e potrebbero essere riusciti a impadronirsi anche delle armi chimiche al loro interno. Ma comunque non è molto difficile produrre questo tipo di arsenali. Basta disporre di determinate sostanze chimiche e mescolarle per ricavarne le armi. Nel 1995 un gruppo terroristico giapponese chiamato Aum Shinrikyo preparò un concentrato di Sarin e lo utilizzò per attaccare la metropolitana di Tokyo. Non è quindi improbabile che gli stessi ribelli siriani abbiano prodotto autonomamente delle armi chimiche per poi utilizzarle contro i civili.
Quindi lei esclude l’ipotesi che le armi chimiche provenissero da altri Paesi?
Le armi chimiche potrebbero venire da qualunque parte del mondo. La Siria ha diverse frontiere aperte, e le sostanze utilizzate potrebbero arrivare dalla Giordania, dall’Iraq o dalla Turchia.
Chi c’è invece dietro l’attacco di ieri contro il team dell’Onu in Siria?
Anche in questo caso il governo siriano non avrebbe avuto alcun motivo per utilizzare i cecchini contro gli ispettori Onu. Damasco ha chiesto esplicitamente che le Nazioni Unite si recassero in Siria per controllare quanto stava avvenendo, in modo da chiarire una volta per tutte la questione delle armi chimiche. Il mio sospetto è quindi che a sparare siano stati i ribelli per mettere Assad in cattiva luce.
Perché allora gli Stati Uniti sono così certi del fatto che a usare le armi chimiche sia stato Assad?
Gli Stati Uniti accettano questa versione dei fatti perché fa loro comodo, in quanto consente loro di aumentare la pressione nei confronti di Assad. A prescindere dalla soluzione che sarà adottata da parte di Washington, Obama ha bisogno di tenere aperte tutte le opzioni.
Alla fine secondo lei che cosa farà il presidente Usa?
In questo momento è difficile prevederlo con esattezza. Credo però che compirà una serie di attacchi contro l’Aeronautica Militare di Assad in modo da favorire i ribelli.
(Pietro Vernizzi)