Parlando con la stampa all’Hotel Four Seasons di Damasco, il vice ministro degli Esteri siriano, Faisal Maqdad, ha ribadito che sono stati i gruppi terroristi ad usare le armi chimiche “con l’aiuto degli Usa, della Gran Bretagna e della Francia, e questo deve finire”. “Questo”, ha aggiunto, “vuol dire che queste armi chimiche presto saranno usate dagli stessi gruppi contro il popolo d’Europa”. Da Damasco arrivano minacce anche nei confronti del governo israeliano: se la Siria verrà attaccata, ha riferito una fonte anonima delle forze armate siriane all’agenzia iraniana Fars, “anche Tel Aviv verrà presa di mira e una vera guerra contro la Siria produrrà una licenza per attaccare Israele”. Nonostante Gran Bretagna e Usa siano già pronte a sferrare un attacco inizialmente previsto per domani, l’Italia ha ribadito la sua posizione: “Capiamo le ragioni che spingono alcuni paesi a voler dare un avvertimento muscoloso – ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino – ma riteniamo che per la condizione di estrema complessità della regione e le possibili reazioni di altre potenze, solo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu possa e debba assumersi la responsabilità di un intervento”. Bonino ha poi aggiunto che, anche nel caso in cui ci fosse il via libera dell’Onu, la partecipazione italiana all’intervento non sarebbe comunque automatica, ma andrebbe discussa in Parlamento.