“Ascoltiamo l’appello del Papa per la pace in Siria. Se i Paesi occidentali vogliono creare una vera democrazia devono costruirla con la riconciliazione, con il dialogo fra cristiani e musulmani, non con le armi”. Queste le parole, riportate da Asia News, di Gregorio III Laham, patriarca greco-cattolico di Antiochia, di tutto l’Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti, secondo cui l’attacco pianificato dagli Stati Uniti “è un atto criminale che mieterà altre vittime, oltre alle migliaia di questi due anni di guerra. Ciò farà crollare la fiducia del mondo arabo verso il mondo occidentale”. Gregorio III poi si chiede: “Quali sono le parti che hanno condotto la Siria a questa linea rossa? Chi ha portato la Siria a questo punto di non ritorno? Chi ha creato questo inferno in cui vive da mesi la popolazione?”. Ogni giorno, in Siria, “entrano estremisti islamici provenienti da tutto il mondo con l’unico intento di uccidere e nessun Paese ha fatto nulla per fermarli, anzi gli Stati Uniti hanno deciso di inviare ancora più armi”, aggiunge il patriarca, secondo cui la voce dei cristiani “è quella del Santo Padre. In questo momento occorre essere pragmatici. La Siria ha bisogno di stabilità e non ha senso un attacco armato contro il governo”. La comunità cristiana in Siria, conclude Gregorio III, “si riduce ogni giorno. I giovani fuggono, le famiglie abbandonano le loro case e i loro villaggi”. La scomparsa dei cristiani è un pericolo non solo per la Siria, “ma per tutta l’Europa. La nostra presenza è la condizione essenziale per avere un islam moderato, che esiste grazie ai cristiani. Se noi andiamo via, non potrà esservi in Siria alcuna democrazia. Tale tesi è sostenuta anche dagli stessi musulmani, che temono la follia islamista”.