La violenza contro i cristiani in Egitto è ancora all’ordine del giorno, dopo gli incendi e le violenze immediatamente successive alla destituzione di Morsi.  Wahid Abdel Moneim Yacoub, un giovane cristiano copto rapito nei giorni scorsi da radicali islamici, è stato ritrovato morto, ucciso sicuramente dagli stessi rapitori. I suoi compaesani del villaggio di Habalsa hanno ritrovato il corpo rinchiuso dentro un sacco in un campo. Era stato richiesto un riscatto di 1,2 milioni di sterline egiziane, cioè circa 120 mila euro, ma la famiglia ovviamente non era stata in grado di pagare. Una chiesa invece a Port Said è stata oggetto di raffiche di mitragliatore: quattro soldati che erano di guardia all’edificio sono rimasti feriti. Molte chiese infatti dopo le dozzine di attacchi degli islamisti adesso sono guardate a vista da militari. Nel villaggio di Beni Ahmed molte famiglie cristiane che hanno presentato denunce per gli attacchi subito tra il 14 e il 17 agosto sono vittime di minacce: alcune di loro per la paura hanno ritirato la denuncia. Hanno infatti chiesto un risarcimento di danni parti a 4 milioni di sterline egiziane, cioè 433mila euro, imputandoli agli islamisti. In quel villaggio i sostenitori pro Morsi avevano distrutto 24 negozi, otto case e nove automobili di proprietà di famiglie cristiane. La chiesa della Vergine Maria aveva poi subito un attacco a bombe molotov durante la messa domenicale. 



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