Chi di noi andrà a dormire stanotte? O domani notte? Saranno in pochi ad andare a letto con tranquillità: qui in Israele ci aspettiamo l’attacco americano in qualunque momento, ce lo aspettiamo già stanotte in realtà. E immediatamente dopo ci aspettiamo l’attacco dei missili siriani, di quelli iraniani e di quelli di Hezbollah: e allora, chi può dormire tranquillo? Siamo in mezzo a un fuoco incrociato e Siria, Iran ed Hezbollah ci hanno già minacciato apertamente. E’ vero, il nostro governo non ha dato nessun annuncio particolare, non ha comunicato coprifuochi o iniziative speciali. E questo non ci tranquillizza per niente: da anni, da decenni siamo pronti a fuggire nei rifugi al suono improvviso di un allarme, non c’è bisogno che ce lo dicano, questa è la nostra vita. Hanno fatto vedere immagini che mostrano la distribuzione di maschere anti gas alla popolazione, ma in realtà la metà degli israeliani non le ha. E certamente Assad non sarà così pazzo da lanciare i gas contro Israele: la risposta sarebbe una sola, un contrattacco nucleare da parte del nostro esercito. Orribile vero? Gli scenari che ci vengono alla mente sono niente altro che orribili. E comunque, sappiamo benissimo che Assad ha più di 100mila missili di tipo convenzionale da gettarci addosso, sarebbe una strage comunque.



La televisione invece ci aggiorna di continuo: hanno detto che Assad avrebbe già portato la famiglia al sicuro in un bunker isolato. A Damasco la gente aspetta l’attacco americano, proprio come noi. Molte delle nostre truppe si trovano già da giorni al confine sud con il Libano, pronte a intervenire e a invadere il sud del paese in caso Hezbollah ci lanci dei missili. I nostri aerei continuano a sorvolare il sud del Libano, per cercare di capire i loro movimenti. E’ ovvio che anche se il nostro governo non ci dice nulla, siamo già in stato di guerra.



E’ una situazione surreale, diversa dalla solita paura di attacchi da Gaza. Dopo quello che ormai sembra essere stato un attacco con armi chimiche da parte di Assad, il sentimento comune di noi israeliani è stato che qualcuno mettesse fine a tutto questo. Non dimentichiamo mai infatti che la metà del popolo ebreo è stato ucciso con i gas dai nazisti: nessuno deve fare più una cosa del genere. Però le ultime notizie dicono che Obama non intende attaccare per rovesciare Assad o distruggere il suo arsenale di armi chimiche. Vuole solo far vedere al mondo che sa mantenere la promessa, che nessuno cioè deve superare la linea rossa che proibisce l’suo di armi chimiche.  



Dunque aspettiamo, che è la cosa più difficile: Assad farà ritorsione su di noi? Hezbollah ci attaccherà? Troppe domande che creano il supporto per ansia e paura. 

Mercoledì prossimo è il capodanno ebraico: “Rosh Hashana”. Tutti qui sperano che per quel giorno sarà tutto finito, la paura dell’attacco e l’attacco stesso, se ci sarà. Ma poi cosa sarà successo? Sarà un giorno di pace o il giorno dopo la catastrofe?

Arnon Zack