Il tribunale di New Delhi ha giudicato colpevoli quattro dei sei uomini responsabili dello stupro avvenuto il 16 dicembre dello scorso anno ai danni di una ragazza di 23 anni, poi morta a causa delle ferite riportate. Degli altri due aggressori, invece, uno si è tolto la vita in cella qualche mese fa, mentre l’altro, che all’epoca dei fatti era minorenne, è stato già condannato a tre anni di riformatorio. E’ prevista per domani la lettura della sentenza nei confronti dei quattro imputati (Mukesh Singh, Akshay Thakur, Vinay Sharma e Pawan Gupta) i quali rischiano anche la pena capitale, ossia l’impiccagione. Le accuse sono di stupro, omicidio, tentato omicidio, reati contro natura, distruzione di prove e associazione a delinquere. Nelle stesse ore della condanna arrivano anche gli inquietanti risultati di una ricerca Onu, pubblicata sull’autorevole rivista Lancet, in cui quasi un quarto dei diecimila uomini asiatici intervistati in sei Paesi ha ammesso di aver commesso almeno uno stupro su una donna. Il Paese dove si registrano più casi è la Papua Nuova Guinea, dove sei uomini su dieci hanno ammesso almeno una violenza. Ancora più incredibili le motivazioni elencate: il 73% lo ha fatto “per il diritto di avere rapporti sessuali”, il 59% “per divertimento o noia” e il 38% “per punire la donna”.



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