I titoloni della stampa oggi chiamano in causa “il partito di Breivik” che si appresterebbe ad andare al governo. In Norvegia infatti dopo otto anni di coalizione di sinistra e verdi, torna al potere la destra, ma quello che sembrano sottolineare tutti sarebbe la vittoria dell’autore dell’orribile strage di Utoya, quando Anders Behring Breivik nella sua follia uccise dozzine di giovani. Per Breivik, giovani che data l’appartenenza al Partito laburistia, sostenevano la politica di immigrazione del governo di sinistra. Il forzato accostamento tra l’autore del massacro e il nuovo governo sta nel fatto che i vincitori delle elezioni potrebbero formare una coalizione con il partito populista anti immigrati (il Siv) al quale nel 1999 aderì l’uomo. Tornando ai risultati elettorali ha dunque vinto la colazione guidata da Erna Solberg ai danni del leader del centro sinistra Jens Stoltemberg. La Solberg soprannominata da alcuni la “Merkel del nord” ha vinto con un programma basato sul taglio delle tasse, l’innovazione e la competitività. Secondo i dati non ancora ufficiali la coalizione ha ottenuto 96 seggi su 169: ne fanno parte i conservatori del Partito del progresso, i liberali e i cristiano demcoratici.



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