Sì al piano russo da parte di Damasco. Un piano in realtà studiato insieme da Putin e Obama durante il recente G20, a dimostrazione di come nonostante le dichiarazioni sulla stampa, i due leader abbiano continuato a discutere del problema siriano. E’ comunque Mosca ad annunciare ufficialmente che Assad accetta la proposta di un controllo internazionale del suo arsenale in particolar modo di quello chimico. In cambio, gli Stati Uniti non attaccheranno più la Siria. C’è però scetticismo sul fronte delle potenze occidentali, cominciando dagli americani stessi. Obama ha infatti definito la dichiarazione siriana solo “potenzialmente interessante” anche se uno sviluppo positivo. Oggi Obama parlerà alla nazione per fare il punto: da alcune indiscrezioni sembra che il sì del Congresso sulla proposta di attacco alla Siria sia tutt’altro che scontato. Il voto tra l’altro è stato rinviato. A dimostrazione poi della divisione del fronte occidentale, la richiesta della Francia di presentare una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’ONU: la risoluzione è incentrata sulla richiesta alla Siria di rendere pubblico il proprio arsenale chimico, tanto poca è la fiducia nel piano russo, che sarebbe considerato solo un diversivo per distogliere l’attenzione dalla realtà. Il ministro degli esteri francesi chiede che la risoluzione venga stilata in base al capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite: una richiesta precisa, in quanto l’articolo 7 autorizza l’uso della forza se la risoluzione in questione non dovesse venir apprezzata. La Siria si troverebbe dunque messa all’angolo. C’è poi la totale sfiducia di Israele che ha commentato: la Siria è inaffidabile. 



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