L’apertura di Assad a una tutela Onu sulle armi chimiche è una grande vittoria strategica della Russia, che ha compiuto una mossa geniale approfittando di un’ingenuità da parte del segretario Kerry. Il presidente siriano rinuncia agli arsenali chimiche, ma in cambio Mosca gli fornirà armi convenzionali tecnologicamente avanzate che gli consentiranno di mettere in grave difficoltà i ribelli” Ad affermarlo è Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (Cesi), dopo gli sviluppi di ieri nella crisi siriana. Tutto è iniziato con la presa di posizione di Kerry, che ha affermato: “Assad potrebbe evitare un attacco consegnando le sue armi chimiche alla comunità internazionale entro la settimana prossima. Ma temo che non lo farà”. Subito la Russia ha preso la palla al balzo, e ha organizzato una conferenza stampa a Mosca con il ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem, che si è detto disponibile ad accettare la proposta.
Margelletti, che cosa ha portato al cambiamento di scenario di ieri?
I siriani hanno evitato un drammatico attacco nei loro confronti, che avrebbe portato indiscutibilmente a una ridefinizione del potere sul terreno, in quanto gli americani avrebbero colpito il governo di Damasco. Assad per vincere la guerra non ha assolutamente bisogno delle armi chimiche.
Quanto è avvenuto ieri è una vittoria della pace?
Quanto è avvenuto è una vittoria di chi non voleva il conflitto, della legittimazione delle Nazioni Unite e dell’Italia. Quella del presidente Enrico Letta, del ministro degli Esteri, Emma Bonino, e del ministro della Difesa, Mario Mauro, è stata una posizione coraggiosa rispetto all’interventismo francese e britannico. Da un punto di vista strategico è però soprattutto una vittoria russa.
Perché parla di una vittoria strategica della Russia?
Poniamo il caso che l’attacco non ci sia, perché Assad consente che alla comunità internazionale di prendere le armi chimiche e di metterle in sicurezza. La guerra tra Assad e i ribelli proseguirebbe con le armi convenzionali, e il governo di Damasco vincerebbe. Il giorno prima dell’attacco con le armi chimiche il presidente siriano stava vincendo, e quindi continuerà a vincere anche nei giorni prossimi.
Che cosa ha convinto Kerry ad affermare che se Assad consegnava le armi non ci sarebbe stato un attacco?
Kerry probabilmente sperava che Assad non cedesse. Puntava quindi a utilizzare il no di Assad a un controllo internazionale, per dimostrare al mondo che il regime siriano chiudeva la porta anche a un tentativo estremo di mediazione. L’obiettivo di Kerry era quello di rendere evidente che agli Stati Uniti non restava altra alternativa se non attaccare.
Perché i piani di Kerry non sono andati in porto?
Perché Il ministro degli Esteri siriano a sorpresa ha sparigliato i giochi, affermando che “Damasco considera positiva la proposta avanzata dalla Russia”. A quel punto diventa impossibile attaccare la Siria, perché non si comprende su quale base lo si possa fare.
Quindi secondo lei non c’è stato un accordo tra Stati Uniti e Russia, ma soltanto un gioco d’astuzia tra le due superpotenze?
Esattamente. La Russia ha compiuto una mossa geniale, spiegando ad Assad che a fronte della cessione dell’arsenale chimico, Mosca era in grado di continuare a supportare il presidente fornendogli armi convenzionali, magari anche più sofisticate. Il presidente siriano rinuncia quindi alle armi chimiche, che sono per lui fonte d’imbarazzo e di criticità, e acquisisce armi convenzionali russe altamente tecnologiche grazie alle quali potrà mettere in seria difficoltà i ribelli.
Domenico Quirico, il giornalista italiano liberato in Siria, ha smentito seccamente il suo compagno di cella, Pierre Piccinin, secondo cui il gas sarebbe stato usato dai ribelli. Lei che cosa ne pensa?
Questa è una questione che riguarda soltanto Quirico e Piccinin. Non ho nulla da commentare su una vicenda che assume toni più privati che pubblici.
Resta il fatto che Assad non aveva nessun interesse a usare i gas…
Questo è assolutamente vero, anche se bisognerà vedere i ribelli quali tipi di gas e di strumenti possano avere utilizzato, per esempio ricorrendo a razzi. E’ importante notare che c’è ancora confusione su chi abbia utilizzato le armi chimiche, e questo probabilmente ha reso più prudenti le democrazie occidentali, compreso lo stesso Congresso degli Stati Uniti.
(Pietro Vernizzi)