Ancora una volta la magistratura ha fermato il treno Kirchner. Questa volta è stata la Sala A della camera di Commercio, che ha dichiarato incostituzionale una disposizione emanata alla fine dello scorso anno da parte della maggioranza del Congresso “K” ( legge 26,831 ), che tra le altre disposizioni dava il potere alla Commissione Nazionale Titoli di intervenire in società quotate in  Borsa su  semplice richiesta di un azionista di minoranza, senza previa autorizzazione giudiziaria. A luglio di quest’anno, il presidente Cristina Kirchner ha firmato il decreto di questa legge, affermando che qualsiasi azionista o detentore di titoli di  società commerciali che raggiunge il 2% del capitale sociale, può chiedere la nomina di un auditor con diritto di veto o anche ll’indipendenza della sua funzione dagli organi statutari, e agire di conseguenza senza nessun controllo legale.



Basta sapere che il governo ha un portafoglio di quote di minoranza di società quotate in borsa a seguito della nazionalizzazione dei fondi pensione per capire che questo è uno strumento giuridico che fornisce  a livello esecutivo un  potere illimitato e un mezzo ideale per appropriarsi o controllare totalmente  aziende private. Possibili vittime, al contrario di quello che la maggior parte del pubblico crede, non sono i gruppi monopolistici o i detentori di concessioni di servizi pubblici o di società estere, ma un numero significativo di PMI ( piccole e medie imprese ) che, in tempo di fioritura mercato dei capitali, hanno accettato l’offerta di gara, molte delle quali sono efficienti e redditizie, responsabili di un’alta percentuale di lavoro privato, e che in virtù di questa legge – oggi fermata dalla giustizia – sarebbero  in balia delle mire di  funzionari corrotti, “bene” di cui l’Argentina ha un notevole campionario.



Contemporaneamente, un deputato ha promosso un progetto di legge, che non ha ancora iniziato l’iter parlamentare, e che propone di nazionalizzare le Banche Alimentari del paese, associate in una grande rete nazionale, che a sua volta è legata alla rete globale di banche alimentari con sede a Chicago.

Queste entità svolgono un ruolo sociale fondamentale nel contenere e combattere il dramma della povertà e della miseria, colpendo al cuore la tragedia della fame in un paese che produce alimenti fino a quattro volte il fabbisogno della popolazione. Sono una libera iniziativa della società civile, organizzazioni non-profit , in cui migliaia di volontari  offrono gratuitamente il loro tempo , il loro denaro e la loro capacità professionale , in modo efficace nel raggiungere luoghi non accessibili allo Stato a causa della  corruzione o l’inefficienza.



La grave inondazione che ha colpito nell’ aprile di quest’anno la  città  de La Plata ha messo in evidenza  il ruolo della società civile per l’emergenza e la Banca Alimentare locale è stata protagonista di quei giorni in cui gli argentini hanno fornito commoventi prove di solidarietà e di carità. Ma è stata anche l’occasione per vedere in che modo l’apparato del potere Kirchnerista sia sempre pronto a capitalizzare politicamente  ogni situazione. Molti giovani indossavano pettorine de “La Campora” , l’organizzazione giovanile guidata dal figlio di Cristina, accompagnato da dirigenti riconosciuti “K” interponendosi tra le donazioni e il lavoro di tanti volontari e il bisogno delle persone colpite dalla tempesta . E ‘impossibile non vedere nel disegno di legge recentemente presentato al Congresso la diretta conseguenza di tale invasione fuori luogo, che ha esasperato le menti di coloro che hanno operato in buona fede, cioè di quasi tutti.

Consulenti privati e ONG subiscono quotidianamente le vessazioni del Governo. La Segreteria per il Commercio multa sistematicamente tanto le Organizzzaioni Professionali o le Associazioni dei consumatori che hanno il coraggio di pubblicare dati sull’inflazione superiori a quelli editi dall’INDEC (l’Istituto Nazionale di Statistica e Censimenti ). A molte associazioni è stata tolta l’agibilità giuridica, fatto che in pratica le ha poste al limite della   sparizione, non potendo più ricevere contributi o donazioni. 

C’è stato anche un clamoroso caso di spionaggio compiuto da organi governativi presso una ONG che da anni si dedica a combattere il commercio di persone, il cui leader è stato recentemente ricevuto da Papa Francesco per promuovere  l’attività di questa organizzazione a livello mondiale su questo tema. La Cancelleria è l’entità che ora rilascia i permessi per far si che le ONG possano operare la cooperazione a  livello internazionale interponendo la figura dello Stato in un processo che prima era libero.

Secondo il quotidiano Clarin, in una notizia pubblicata domenica scorsa, un funzionario del Ministero degli Affari Esteri, convocando i leader di organizzazioni umanitare della società civile, ha affermato che “la crisi economica è finita. Grazie per tutto quello che avete fatto in questi anni. D’ora in poi lo Stato si occuperà direttamente della cosa e quindi non abbiamo più bisogno di voi“.

Carlos March, segretario della Confederazione della Sociedad Civil, ha dichiarato che “la società civile sta vivendo un assedio e il reprimerla è soffocare la democrazia, privandola dell’ossigeno costituito dall’alternanza dei ruoli e dalla diversità di attori e pluralità di idee, dalla libertà d’azione“ e ha denunciato come il Governo manovri a sua discrezione i fondi destinati alla cooperazione con l’obiettivo di favorire solo le entità che dimostrino una “obbedienza” ai canoni politici attuali.

Brilla anche l’assenza di una discussione seria e profonda sull’attuale modello sociale, cosa che si acuisce specialmente in questo periodo che precede le elezioni di ottobre. L’opposizione reagisce contro questi casi di esplicito abuso di potere in maniera automatica, senza chiarire in profondità la questione culturale e il rischio di essere compromessa che sta correndo.

Però la problematica non investe il ruolo dello Stato in tali questioni, anzi: se si potesse indagare anche all’interno dell’opposizione, di qualunque segno politico, si scoprirebbe come in molti abbiano delle posizioni similari a quelle governative, ossia che lo Stato debba avere un pieno controllo del settore al fine di garantire il benessere popolare.

Però commettono un grave errore elettorale, perchè un buon 10% degli argentini collabora fattivamente attraverso regolari donazioni ad associazioni di assistenza sociale .

La dimensione dello Stato, la sua concezione di unico attore o soggetto colletivo appartiene allo strato epidermico delle conseguenze di una questione in cui il dibattito e assente. Quando parliamo di sussidiarietà non ci riferiamo solamente al freddo principio secondo il quale lo Stato debba favorire appoggiare e promuovere il protagonismo nella società civile facendo in modo che la libertà dei cittadini, organizzati spontaneamente attraverso vincoli affettivi, culturali, professionali, sociali e politici, si  trasformi in fatti concreti che materializzano il bene comune. L’esigenza oltrepassa quella di un progetto sociale di segno opposto a quello proposto dallo statalismo.  E’ una esperienza che si basa su secoli di civiltà che hanno permesso all’essere umano di passare da uno stato rudimentale a mettere i piedi sulla Luna. E’ una esperienza vitale, culturale che racchiude in sè un grande valore che potremmo definire antropologico.

Il funzionario statale dice che non ha bisogno di noi: la sussidiarietà afferma invece come noi valiamo, che siamo capaci e creativi, che il mondo e la Storia si aspettano tutto da noi.