Il voto in Baviera di due giorni fa è stato un piccolo antipasto di quel che avverrà domenica, quando si terranno le elezioni federali in Germania. Un evento a cui guarda tutta l’Europa, ma non solo: Berlino è infatti chiamata a cercare di portare fuori dalle secche un’intera area economica additata come focolaio della crisi mondiale, che in qualche modo con i suoi diktat a suon di austerità ha contribuito a trasformare in recessione in molti paesi dell’Eurozona, Italia compresa. Una linea che sembra però destinata a cambiare, come ci spiega Thomas Schmid, direttore del quotidiano tedesco Die Welt.



Chi ha più possibilità di vincere le elezioni? Angela Merkel è tranquilla di poter essere rieletta o Peer Steinbrueck potrebbe riuscire nel “colpaccio”?

Dopo il dibattito televisivo di inizio mese, Steinbrueck, che sembrava non aver chance, ha recuperato un po’ di terreno, perché è apparso poco aggressivo. Ha trasmesso un’immagine più rassicurante, come quella di Angela Merkel, e i tedeschi hanno apprezzato. Non credo però che questo gli basterà per poter togliere la vittoria alla Merkel.



Cosa dicono gli ultimi sondaggi?

Anche se cambiano ogni giorno, appare chiaro che Cdu/Csu si trovano in una forbice tra il 38% e il 42%, mentre la Spd tra il 24% e il 26%. Il distacco non si colmerebbe nemmeno aggiungendo i voti dei Verdi (tra il 9% e l’11%, ndr).

C’è preoccupazione per il risultato che otterranno i Liberali (Fdp): Angela Merkel potrà governare tranquillamente o c’è il rischio che ci sia una vittoria non netta che porti, come già accaduto in passato, a una grande coalizione?

Se i Liberali supereranno la soglia di sbarramento del 5%, la continuazione dell’attuale governo è sicura. Se invece resteranno fuori dal Parlamento, cosa che ritengo poco probabile, si andrà verso una grande coalizione Cdu/Csu-Spd. Steinbrueck ha già fatto sapere, però, che, a differenza del suo partito, non intende personalmente prendervi parte.



Perché?

Perché tra il 2005 e il 2009 è stato ministro delle Finanze proprio in un governo di grossa coalizione guidato da Angela Merkel e non intende ripetere questa esperienza. La cancelliera sembra comunque destinata a restare al suo posto, perché anche un’eventuale coalizione rosso-rosso scuro-verde (Spd-Linke-Verdi) non sembrerebbe in grado di ottenere la maggioranza necessaria a governare.

La novità di queste elezioni è rappresentata da Alternativa per la Germania, partito euroscettico: che risultato potrebbe ottenere e quanti sono i tedeschi che sono contrari all’euro?

Se supererà il 5% potrebbe creare delle incertezze rispetto agli scenari di cui abbiamo parlato. Ma non credo che darà grossi problemi alla Cdu/Csu. La maggioranza dei tedeschi ritiene che l’euro sia una cosa buona, ma ha alcuni dubbi, che non sono radicali: si chiede semplicemente se la politica che viene portata avanti per salvare l’euro è buona, se avrà effetti positivi. Alternativa per la Germania è l’unico partito che in qualche modo rappresenta questi dubbi. In ogni caso esprime i voti non di chi è contro l’euro, ma di chi nutre dei dubbi.

 

Ma cosa dicono Merkel e Steinbrueck su questo tema?

Purtroppo nulla. Sembra quasi esserci una sorta di accordo tra i grandi partiti per non toccare questo tema, nonostante sia quello su cui molti tedeschi nutrono dei timori. In questa campagna elettorale i partiti tradizionali non sono stati in grado di aprire un dibattito vero e profondo sull’euro. La Merkel ha sempre ripetuto che la nostra politica è senza alternative. Questo non è un bene per la democrazia e spiega la novità di questo partito che si chiama appunto Alternativa per la Germania.

 

Quali sono le differenze più importanti tra i due principali candidati per quel che riguarda la politica economica, quella estera e quella sociale?

La verità è che non ci sono grandi differenze. Certamente la Spd ha più attenzione per i temi sociali, ma va detto che i democristiani su alcuni punti hanno assunto le stesse posizioni dei socialdemocratici, tanto che si parla di una loro socialdemocratizzazione. Steinbrueck stesso è, si può dire, un socialdemocratico “di destra”: su tanti temi è più vicino alla Merkel che non ai suoi colleghi di partito.

 

Se le differenze sono così minime, su cosa si baserà la decisione di voto dei tedeschi?

La maggior parte dei tedeschi è convinta che la Merkel sia una buona rappresentante dello Stato, differente da quel che è stato per esempio Schroeder, che voleva essere una persona apprezzata, con grande potere. La Merkel è esattamente il contrario, è come un burocrate che fa il suo lavoro senza pensare alla politica. Questo piace alla gente. Lei è stata capace in un certo senso di depoliticizzare la sfera politica in Germania. Anche se non è detto che sia una cosa positiva.

 

I due candidati hanno una visione diversa dell’Europa? C’è chi pensa che se vincesse Steinbrueck la Germania smetterebbe di insistere sull’austerità…

A prima vista le differenze sembrano chiare: la Merkel è per l’austerità, mentre Steinbrueck è per un patto europeo per la crescita. Tuttavia, già adesso la Merkel ha smesso di essere rigida riguardo l’austerità, perché ha capito che senza un patto per la crescita l’Eurozona non avrà un futuro. Molti ritengono quindi che dopo le elezioni lei cambierà ufficialmente posizione su questo punto.

 

Martin Schulz, Presidente del Parlamento europeo ed esponente Spd, in un discorso in Italia, a Rimini, ha detto che l’Europa deve smetterla con l’ossessione sui parametri di bilancio, sull’austerità, e che è vergognoso che non si mostri solidarietà verso un Paese come la Grecia con il 50% di disoccupazione tra i giovani. Quanti tedeschi la pensano come lui?

Molti tedeschi pensano che non sia un bene essere responsabili, anche finanziariamente, del mal governo degli altri paesi. Questa è la ragione per cui Alternativa per la Germania prende voti. Tuttavia, ogni tedesco sa e sosterebbe che una situazione come quella della Grecia e degli altri paesi periferici è inaccettabile e che esiste una responsabilità – su questo Schulz ha ragione – dei paesi più ricchi e avanzati, come la Germania, nel risolvere questa situazione. Del resto se la crisi proseguirà, se aumenterà la disoccupazione, verrà messa in pericolo la democrazia non solo dei paesi periferici, ma di tutta l’Europa.

 

Ultimamente si ha l’impressione che la Bundesbank sia molto “interventista”. Basti pensare al ricorso alla Corte costituzionale di Karlsruhe contro il programma Omt della Bce piuttosto che alle parole su un rialzo dei tassi quando Draghi ha da poco fatto capire che resteranno bassi finché necessario. Cosa ne pensa?

La Bundesbank, 20-30 anni fa, aveva più potere di adesso, proprio perché la Germania stessa ha meno sovranità di prima. La banca centrale rappresenta oggi una sorta di ultima istanza della politica di austerità. Credo che ci sarà una sorta di “accordo” tra la Merkel e il governatore Weidmann, per cui mentre lei cambierà posizione sull’austerità, “chiederà” alla Bundesbank di restare “inflessibile”. Di fatto, già ora la nostra è l’unica banca centrale in Europa a mantenere questa posizione.

 

Lei quindi mi conferma che dopo il voto la posizione della Merkel sull’austerità cambierà?

Sì. Credo che la politica dell’austerità sarà molto meno importante dopo le elezioni. Se non subito, entro 5 mesi al massimo si vedrà il cambiamento.

 

E i tedeschi come accoglieranno questo cambiamento?

Come ho detto prima, i tedeschi hanno una certa paura riguardo le politiche sull’euro, ma alla fine saranno d’accordo con la Merkel sul fatto che questo cambiamento sarà necessario.

 

Potrebbe arrivare proprio dalla Germania la richiesta di far nascere un euro “a due velocità”, magari con una moneta per i paesi più forti e un’altra per quelli periferici?

Credo di no. C’è solo un solo partito che la pensa così ed è l’Alternativa per la Germania. Tutti gli altri non credono a un euro a due velocità.

 

I rapporti tra Germania e Italia potrebbero cambiare in base al risultato delle elezioni?

Da quando sono stati siglati i Trattati di Roma, per la Germania l’Italia è un Paese molto importante, anche perché fondatore dell’Ue. La Merkel non ha avuto mai brutti rapporti con l’Italia. Una volta ho parlato con lei di Berlusconi quando ancora era Premier e, nonostante considerasse strane alcune sue scelte e comportamenti, mi ha detto che lei restava a fianco dell’Italia. Sarà interessante vedere più che altro se il Governo Letta terrà. Se cadrà, si potrebbe creare una situazione complicata in Europa e anche nei rapporti tra Italia e Germania.

 

C’è chi pensa che la Germania sia troppo grande per stare in Europa unita, ma troppo piccola per poterla guidare da sola. Cosa ne pensa?

È vero, ed è il vecchio problema della Germania, che continuerà a esistere. Almeno fin quando non ci saranno gli Stati Uniti d’Europa. Credo però che non nasceranno nel breve-medio periodo, diciamo almeno nei prossimi 50 anni…

 

(Lorenzo Torrisi)