Un dipartimento del Consiglio di Stato egiziano ha chiesto ufficialmente lo scioglimento dei Fratelli Musulmani. La richiesta riguarda in particolare la cancellazione di quelle norme che permettono l’esistenza del movimento islamista e la chiusura del quartier generale a Mokkatan. L’intenzione è quella di dichiarare nuovamente illegale la Fratellanza. Anche il premier del governo egiziano ad interim, Hazem Beblawi, ha avanzato la stessa proposta all’esecutivo, ma il futuro dei Fratelli Musulmani dipende più che altro da un processo in corso in cui l’ex parlamentare Hamdi el Fakhrani ha chiesto la cancellazione dell’iscrizione del movimento dall’elenco delle organizzazioni non governative. L’udienza è stata aggiornata al 12 novembre.
L’ex presidente egiziano Mohamed Morsi, deposto il 3 luglio scorso, è stato formalmente accusato di “aver commesso atti di violenza” e di istigazione all’omicidio. Insieme a lui, ha fatto sapere la Procura generale del Cairo, verranno processati per gli stessi reati anche altri quattordici esponenti dei Fratelli Musulmani, tra cui Mohamed al-Beltagi e Essam al- Ariane, rispettivamente il leader e il numero due del partito Libertà e Giustizia. Le accuse rivolte all’ex presidente Morsi e agli altri membri della Fratellanza riguardano in particolare l’uccisione di almeno sette manifestanti durante i violenti scontri avvenuti lo scorso dicembre davanti al palazzo presidenziale di Ittihadiya a Heliopolis, a nord della capitale egiziana. Intanto, il governo ad interim del Paese, guidato da Adly Mansour, ha nominato un comitato composto da cinquanta membri per la revisione della Costituzione. Dopo l’avvio delle discussioni, previsto per il prossimo 8 settembre, le modifiche alla Costituzione verranno sottoposte a referendum entro due mesi, mentre verso l’inizio del 2014 si dovrebbero tenere le nuove elezioni.