Rimane alta la tensione in Nepal e in India dopo l’uccisione di Narendra Dabholkar, attivista di 68 anni che da sempre si batteva contro le superstizioni locali, le false pratiche magiche e i barbari rituali pseudo religiosi. Il 20 agosto scorso, l’uomo è stato assassinato da alcuni sicari durante la sua abituale passeggiata mattutina nella città di Pune, nello stato centrale del Maharashtra. Dopo quanto accaduto, anche gli altri attivisti temono adesso per la propria vita: Dabholkar, come si legge oggi sul suo sito internet “antisuperstition.com”, ”aveva fatto infuriare alcune organizzazioni radicali indù perché nella sua campagna chiedeva l’abolizione delle pratiche religiose di asceti e fachiri”. La sua morte ha però spinto il Maharashtra, uno Stato dell’India centro-occidentale, a mettere al bando la magia nera: il governo locale, infatti, ha varato un provvedimento contro le pratiche dei finti asceti, i quali non fanno altro che alimentare superstizioni e credenze popolari attraverso rituali pseudo-mistici. Si tratta della prima legge anti-magia nera del Paese.