Già qualche settimana fa era giunta la notizia che le autorità inglesi volessero riaprire il caso della morte della principessa Diana: adesso spunta una tesi portata avanti da una giornalista inglese, Sue Reid, che parla esplicitamente di omicidio a opera dell’M16, i servizi segreti britannici. Sono tutte ipotesi naturalmente, ma congiurano a tenere aperto il caso che ha sempre gettato ombre sulla famiglia reale inglese. Ecco come la giornalista ha ricostruito gli ultimi istanti dell’incidente mortale nel tunnel francese. Non c’erano i paparazzi, accusati inizialmente di aver provocato l’incidente costringendo l’autista della vettura a una guida spericolata: non erano riusciti a entrare nel tunnel. Ma dietro alla macchina di Lady Diana e del suo fidanzato Dodi c’erano invece una Uno bianca e due motociclisti. Uno di questi avrebbe scattato il flash che avrebbe parzialmente accecato l’autista facendolo sbandare provocando l’incidente mortale. La Reid ha parlato con alcuni testimoni oculari: uno dei motociclisti sarebbe sceso dalla moto per controllare la sorte dei passeggeri della macchina: visto che erano tutti morti, avrebbe fatto il segno ai colleghi usato dai servizi segreti inglesi per indicare con la mano “missione compita”. La giornalista ha poi parlato con i parenti dell’autista: non era vero che beveva fino a ubriacarsi, come invece successe quella notte. Infine una lettera anonima ricevuta dalla giornalista: “Se sei abbastanza coraggiosa scava più a fondo per sapere di X e Y. Entrambi dell’M16. Entrambi coinvolti ai più alti livelli nell’omicidio della Principessa. Buona fortuna”.