Un appello “saggio e condivisibile, e noi cinesi siamo con lui”. Con queste parole due alti funzionari del governo cinese, rimasti anonimi, hanno commentato ad Asia News il richiamo espresso da Papa Francesco durante l’Angelus di ieri. “Non vogliamo più vedere conflitti in Medio Oriente, siamo contrari all’attacco proposto dagli Stati Uniti contro il governo di Damasco. Papa Francesco, ti ringraziamo per questo intervento”, dicono i due funzionari. Il governo cinese, spiegano ancora, “non conosce bene il nuovo Pontefice ma di lui apprezza molte cose, dalla semplicità ai discorsi che ha fatto al mondo cristiano. Si potrebbe persino fare un confronto tra Francesco e il nuovo presidente cinese Xi Jinping, che ha portato alcuni buoni cambiamenti nel Paese. Anche Xi è semplice e amichevole, vuole il bene comune del suo popolo proprio come sta facendo il Papa”. Gli esponenti del governo cinese sperano inoltre “che con lui ci possa essere un miglioramento nei rapporti fra la Cina e la Chiesa universale, che Pechino e il Vaticano possano in futuro avvicinarsi di più. Vogliamo bene a questo Papa, anche se fino ad ora non ha parlato in maniera aperta della situazione cinese”. Dopo il grande sviluppo economico e sociale, infatti, la Cina “ha bisogno di migliorare i rapporti con le religioni, in modo particolare con la Chiesa cattolica. Con i musulmani dello Xinjiang e con i buddisti del Tibet abbiamo relazioni complicate dalla politica, abbiamo paura che vogliano dividere il Paese. Sappiamo che la Chiesa invece non cerca questo risultato, non porta guerra e divisione ma pace e serenità”.