Lo ha confermato il ministro degli interni tunisino, Bin Jeddo: si tratta dell’ultima trovata del fondamentalismo islamico. Diverse donne tunisine appartenenti alle frange più integraliste dell’islam, sono state per diverso tempo in Siria. Il loro scopo era “soddisfare i bisogni sessuali” dei ribelli appartenenti alla jihad. Prostituzione vera e propria in nome dell’islam. Una notizia sconcertante che purtroppo trova autorevoli conferme. I fruitori di questa iniziativa sarebbero i militanti della brigata Al Nustra, quella più vicina alla jihad fondamentalista. A pensare questa bella trovata sarebbe stato l’imam Al-Arifi: interrogato al proposito, dice di non aver mai ordinato una fatwa su questo tema. Ma di tale iniziativa, oltre alle parole del ministro tunisino, si trova riscontro su diversi siti islamici. Le donne, va detto, sono partite alla volta della Siria in modo volontario, anche se ci si può domandare quale volontà possa avere una persona che agisce in questo modo. C’è anche un termine arabo per questo tipo di iniziativa: “jihad al Nikah”. Normalmente si usa per definire dei matrimoni che durano solo poche ore giusto il tempo di permettere l’attività sessuale: in tal modo non si infrange alcun dettame religioso. Secondo il ministro tunisino che chiede che questa pratica venga fermata, ogni donna ha avuto rapporti sessuali anche con 100 combattenti diversi. Al momento è stato dato il via a una riduzione dei visti per recarsi in Siria. Anche il Muftì di Tunisi nelle settimane scorse aveva criticato questa pratica dicendo che tra le donne che partono per la Siria ci sono anche ragazzine di 13 anni.