Angela Merkel trionfa ma fa a pezzi il suo principale alleato, i liberali di Fdp, e si troverà quindi costretta a governare con i suoi avversari. La scelta potrà cadere soltanto sui socialdemocratici (Spd) o suoi Verdi, entrambi usciti sconfitti dal voto e quindi a dir poco riluttanti a formare una Grosse Koalition che potrebbe indebolirli ulteriormente. Soltanto quattro i partiti a entrare nel Bundestag. Alla Cdu/Csu, con 311 seggi, mancano quattro parlamentari per avere la maggioranza assoluta. Gli altri partiti sono Spd con 192 seggi, la Linke (Sinistra) con 64 e i Verdi con 63. Per Manfred Kolbe, parlamentare uscente della Cdu, “quello che attende la Merkel sarà un processo di formazione del governo molto difficile e che richiederà settimane se non mesi. Alla fine l’ipotesi più probabile sarà la formazione di una Grosse Koalition di Cdu/Csu e socialdemocratici”.
Onorevole Kolbe, quali sono le ragioni politiche del successo della Cdu/Csu?
La prima ragione di questa vittoria è la popolarità, coerenza e credibilità della Cancelliera Angela Merkel, che è arrivata ai livelli di Helmut Kohl nei suoi tempi migliori. Non soltanto la Cdu porta a casa il 42% delle preferenze, ma la Merkel ha anche il sostegno personale del 60-70% dei tedeschi. Sulla biografia della Merkel non c’è l’ombra di un solo scandalo, è una persona assolutamente integra e questo è il fondamento della sua credibilità.
E la seconda ragione?
La seconda motivazione è il buono stato dell’economia tedesca, che attualmente va fortissimo e non ha mai avuto un tasso di disoccupazione così basso dopo l’unificazione. Nell’Ovest della Germania non abbiamo praticamente più disoccupazione, e nell’Est è scesa dal 25% dell’era Schroeder all’8% attuale.
Come interpreta il 4,9% di Alternative fur Deutschland (Afd)?
Ad Afd sono mancati 20mila voti e avrebbero superato la soglia di sbarramento entrando nel Bundestag. La ragione di questo risultato è un vastissimo malumore nella società tedesca, originato dai giganteschi pacchetti di salvataggio agli Stati eurodeboli. Molti tedeschi, ben più del 5%, temono che alla lunga la Germania non potrà sopportare queste garanzie che in futuro potrebbero aumentare ulteriormente. Si tratta di una preoccupazione trasversale a tutta la società tedesca. Rispetto alle elezioni precedenti, i liberali passano dal 15% al 4,8%.
Quali saranno le conseguenze?
Il rovescio della medaglia del trionfo della Merkel è l’uscita dal Bundestag dei suoi alleati, i liberali dell’Fdp, che non sono riusciti a superare la soglia di sbarramento del 5%. Anche con questo trionfo sarà ora difficile riuscire a formare un governo, perché la Cdu/Csu non ha la maggioranza assoluta dei seggi e manca un partner di coalizione. I nuovi alleati della Merkel potranno essere soltanto i socialdemocratici o i verdi, ed entrambi sono stati sconfitti. L’ex coalizione rosso-verde ha conquistato solo un terzo dell’elettorato tedesco, e dopo questo risultato non hanno certo fretta di entrare in un’alleanza con la Merkel.
Come farà la Merkel a superare questo empasse?
Non sarà facile. Ciò che ci attende è una situazione di stallo che potrebbe durare alcune settimane se non mesi. La Merkel ha trionfato, le mancano solo 4 seggi per la maggioranza assoluta, ma non ce li ha. Entrambi i possibili partner, socialdemocratici e verdi, hanno raccolto un risultato deludente e ora entrare in una coalizione con la Merkel è la prospettiva che piace loro di meno. Sarà quindi un processo di formazione del governo molto difficile e credo che durerà per un certo tempo. Alla fine l’ipotesi più probabile sarà la formazione di una Grosse Koalition di Cdu/Csu e socialdemocratici.
Come cambierà la politica europea della Germania se dovesse realizzarsi l’ipotesi di una Grosse Koalition?
Cambierà poco. Saranno approvate probabilmente alcune misure sociali come il salario minimo, cui la stessa Cdu non si oppone, e saranno attuate correzioni marginali. Non mi aspetto però una “rivoluzione”. Già otto anni fa in Germania abbiamo avuto una Grosse Koalition, e da allora il governo cristiano-liberale non ha cambiato certo politica in modo decisivo.
(Pietro Vernizzi)