L’orribile storia di Ariel Castro, l’uomo che per quasi dieci anni aveva segregato nella sua abitazione tre donne dopo averle rapite, sottoponendole ai più disumani abusi, è finita. L’uomo, condannato a più di mille anni di galera tramite una serie di ergastoli, si è infatti impiccato nella sua celle del Carcere di Orient, nell’Ohio, dove era detenuto. Non è chiaro come sia stato possibile sia riuscito a fare una cosa del genere. rinchiuso in regime di isolamento per la sua stessa incolumità, veniva controllato dagli agenti ogni trenta minuti, ma evidentemente non c’era nella cella una telecamera che permettesse di seguirlo ogni istante. Si sa che questo tipo di detenuti sono soggetti a gesti estremi, non riuscendo a sostenere la nuova realtà che fa piazza pulita del mondo di fantasie in cui hanno sempre vissuto. Castro nel dettaglio il primo agosto era stato condannato all’ergastolo più mille anni di detenzione, un modo per dire che non avrebbe mai avuto diritto ad alcun sconto di pena. I capi d’accusa erano stati ben 937. La sua storia era diventata di dominio mondiale quando nel maggio di scorse le tre donne erano riuscite a fuggire miracolosamente dalla sua casa, dopo essere state rapite tra il 2002 e il 2004, quando avevano rispettivamente 14, 16 e 20 anni. Una di loro era anche stata messa incinta dal mostro, ne era nata una bambina.