Il presidente Barack Obama è sbarcato quest’oggi in Svezia in occasione di una riunione del G20 e ha rilasciato altre dichiarazioni per quanto riguardo l’imminente intervento in Siria. A Stoccolma gli è stato chiesto se la sua decisione di chiedere al Congresso di votare prima dell’operazione militare non avesse messo a repentaglio la sua credibilità. Secondo la Costituzione americana infatti, il presidente in carica non è obbligato a richiedere un parere alla camera in questione per quanto riguarda un’azione militare. “La mia credibilità non è in bilico, semmai è quella della comunità internazionale ad essere sulla linea del non ritorno. L’America prende atto che se la comunità non riesce a far rispettare le norme e gli standard che regolano l’interazione tra i paesi, col tempo questo mondo diventa meno sicuro”. Dopo aver ottenuto l’appoggio dei repubblicani e del Comitato del Senato per le relazioni estere, che martedì sera ha approvato un progetto di risoluzione in direzione di un intervento, ora Obama attende impaziente l’esito ufficiale della consultazione del Congresso. Lo stesso presidente aveva dichiarato che sarebbe stato l’uso di armi chimiche a rappresentare la violazione di un’ipotetica linea rossa e questa idea è stata messa per iscritto in un trattato che la comunità internazionale ha firmato e ratificato, Stati Uniti compresi. Nel frattempo però gli scettici continuano ad avere perplessità di fronte ai vecchi scheletri nell’armadio che portarono all’invasione dell’Iraq nel 2003. In quell’occasione non vennero trovate le tanto discusse armi nucleari di cui si riteneva essere in posseso Saddam. Ma Obama spera che questa volta non vada a finire nello stesso modo. “Crediamo con grande forza che c’è stato un attacco chimico e che Assad ne sia stata la fonte” ha infatti detto. E si è quindi rivolto nuovamente al mondo chiedendo che la comunità internazionale non resti in silenzio:  “Di fronte alla barbarie che si sta verificando in Siria la comunità internazionale non può restare in silenzio. Noi siamo per la difesa dei diritti umani fondamentali”.



Leggi anche

DALLA SIRIA/ “Ci sono ancora fazioni armate, serve un accordo politico per evitare un’altra Libia”Abu Mazen: "Pace con Israele? Ne ho parlato con Trump"/ "Lascino Gaza, Anp pronta a gestire la Striscia"