Nonostante gli appelli del Papa alla pace, e la mobilitazione massiccia di miioni di fedeli e non solo che chiedono di scongiurare una guerra in Siria, Obama non ci sente. Nel suo tradizionale discorso del sabato, oggi, a Washington, ha invitato il mondo a supportare l’intervento dell’America contro Assad. «Noi siamo gli Stati Uniti e non possiamo chiudere gli occhi davanti alle immagini che abbiamo visto», ha detto il presidente promettendo che non si tratterà di un altro Iraq o di un altro Afghanistan. Qualsiasi azione sarà, dunque, limitata nello spazio e nel tempo. Obama si è detto, inoltre, convinto del fatto che l’uso della armi chimiche non rappresenti solamente un crimine contro l’umanità, ma anche un vero e proprio pericolo per gli Usa, essendoci il rischio che finiscano in mano ai terroristi. Il segretario di Stato Keryy, dal canto suo, ha fatto presente che l’America non attenderà il rapporto dell’Onu sul reale possesso da parte di Assad delle armi chimiche per sferrare l’attacco. Nel frattempo, anche la Germania ha deciso di firmare il docuemtno del G20 proposto da 11 Paesi, tra cui l’Italia, in cui si chiede una reazione internazionale forte contro il regime siriano alla luce dell’attacco chimico del 21 aosto. Lo ha fatto sapere il ministro dell Finanze tedesco, Guido Westerwelle.



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