Non è la prima volta e non sarà l’ultima che accadono episodi del genere, ma ogni volta chi ci si trova davanti non può non rimanerne terrorizzato. Si tratta di episodi di cosiddetta morte apparente, quando una persona viene data per deceduta dal punto di vista medico e invece riprende a vivere anche a molte ore dal decesso. L’ultimo episodio del genere è accaduto in Kenya dove un giovane che aveva tentato il suicidio ingerendo del pesticida era stato  dichiarato morto. Dopo averlo visitato alla camera mortuaria, i suoi parenti si erano recati nelle loro abitazioni per preparare il funerale previsto il giorno dopo. Ma Paul Mutora, il giovane suicida, si era rimesso a vivere: gli addetti alla camera mortuaria improvvisamente avevano sentito dei rumori provenire da dove si trovava il cadavere: aperto il loculo, hanno visto Paul vivo e che respirava. Alcuni di loro si sono dati alla fuga terrorizzati alla vista. Il responsabile dell’ospedale Naivasha ha spiegato così il caso: “Tra gli effetti dell’atropina  c’è il rallentamento della frequenza cardiaca e la dilatazione delle pupille. E questo può indurre a pensare che il paziente sia morto” ha detto riferendosi ai medicinali usati per cercare di salvargli la vita. Il giovane, una volta ripresosi, ha chiesto scusa per quanto fatto: il motivo del tentato suicidio era stata una lite con il padre.



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