Tra il marzo e l’aprile 2012, prima dunque che i Fratelli musulmani prendessero il potere in Egitto, esponenti del movimento islamico sono stati accolti negli Stati Uniti con tutti gli onori e trattamenti preferenziali. Lo rivelano documenti fino a oggi secretati e segnati come “importanti ma non classificati” che sono stati esaminati su richiesta dell’organo governativo che si occupa del Freedom of information act. Tali documenti rivelano dunque che leader e rappresentanti dei Fratelli musulmani, oggi messi fuori legge in Egitto per attività terroristica, potessero godere di tutti i privilegi offerti dal governo americano solo in casi specialissimi, ad esempio superare i controlli aeroportuali senza passare dalla routine prevista per legge, e venire addirittura scortati attraverso i vari checkpoint dell’aeroporto JFK dalla sicurezza americana. Ogni tipo di ispezione nei loro confronti era accuratamente evitata, avevano totale libertà di movimento. Uno di essi, tra l’altro, Abdul Mawgoud Daredy, qualche anno prima era stato al centro di una indagine americana su pornografia infantile. In casi normali, uno come lui avrebbe dovuto essere stato soggetto a un controllo particolare, cosa che non è stata fatta. La notizia, riportata dal sito TheBlaze, ricorda come anche in quel periodo a cui risalgono i fatti citati, e cioè quando la delegazione dei Fratelli musulmani si recò negli Stati Uniti, un loro portavoce avesse detto pubblicamente come il loro scopo fosse sempre lo stesso dai tempi della fondazione e cioè stabilire uno stato islamico mondiale.