Alla vigilia del terzo anniversario della rivolta contro Hosni Mubarak, tre violente esplosioni hanno ucciso almeno cinque persone al Cairo e provocato decine di feriti nei pressi del quartiere generale della polizia. La prima deflagrazione, secondo quanto fatto sapere dalle autorità locali, sarebbe opera di un kamikaze che si è fatto saltare in aria a bordo di un’auto carica di esplosivo, mentre la seconda si è verificata a Giza, a circa venti chilometri a sud-ovest dalla capitale, dove sono state danneggiate diverse auto della polizia e potrebbe esserci anche una vittima. Infine la terza esplosione è stata provocata da un potente ordigno rudimentale nei pressi di un commissariato di polizia a Talbeya, lungo la strada che porta alle Piramidi. Gli attentati sono già stati rivendicati dal gruppo jihadista Ansar beyt el Makdes, che su Twitter ha fatto sapere di aver voluto punire “le forze di sicurezza, infedeli e sanguinarie”. Il gruppo aggiunge che “la jihad proseguirà” e che “Allah accoglierà in paradiso il martire che ha effettuato l’operazione”. Dopo gli attentati, al Cairo c’è grande agitazione: decine di persone si sono radunate nella strada dove è avvenuta la prima esplosione ad opera del kamikaze, mentre in tutta la città sono state rafforzate le misure di sicurezza, in particolar modo nei pressi dell’aeroporto internazionale, dei ministeri e davanti alle ambasciate.