Una serie di attentati contro le forze dell’ordine ha seminato terrore e morte in diversi quartieri del Cairo. Sei persone sono rimaste uccise e altre 100 ferite, e l’esplosione più grande ha colpito il quartier generale della polizia del Cairo. Gli attacchi kamikaze arrivano alla vigilia del terzo anniversario delle rivolte del 2011 contro il presidente Hosni Mubarak. Sempre ieri sette persone sono rimaste uccise nel corso di scontri tra le forze di sicurezza e i sostenitori dei Fratelli musulmani. Gli attentati sono stati rivendicati dalla sigla Ansar Bait al Makdis. Per Tewfiq Aclimandos, professore di Storia araba contemporanea al Collège de France, “dietro questa organizzazione ci sono i Fratelli musulmani. Esasperati dalla sconfitta al referendum sulla Costituzione e dalla continua perdita di presa politica, i sostenitori dell’ex presidente Morsi sono ritornati alla loro matrice originaria che è violenta ed estremista”.
In quale contesto si inseriscono gli attentati di ieri?
I Fratelli musulmani hanno perso la battaglia per la Costituzione, in quanto il referendum voluto dal governo di transizione è stato un successo. Nel 2012, quando si votò per la Carta di Morsi, si espressero a favore 11 milioni di egiziani, contro gli oltre 20 milioni del 14 e 15 gennaio scorso. Nello stesso tempo, in seguito a misure di polizia, i Fratelli musulmani stanno perdendo la possibilità di mobilitare i manifestanti.
Che cosa c’è all’origine di questo venir meno della loro presa politica sulle masse?
Le manifestazioni sono sempre più piccole e violente anche perché risultano controproducenti. Senza una strategia politica per ottenere risultati attraverso il negoziato, anche portare le folle nelle piazze risulta ormai inutile. In terzo luogo le manifestazioni del partito islamista si tengono solo in alcune città, ma non riescono a coprire l’intero territorio egiziano. I sondaggi danno inoltre i Fratelli musulmani e i loro alleati in continuo calo.
Che cosa sta succedendo all’interno del movimento islamista?
La maggior parte degli aderenti al gruppo dei Fratelli musulmani non sono terroristi e sono in profondo disaccordo nei confronti della deriva cui stanno assistendo, e che assomiglia a quella dell’estrema sinistra italiana degli anni ’70. Anche la maggior parte dei comunisti erano persone pacifiche, ma ciò non ha impedito che dalla loro matrice politica e culturale sorgessero le Brigate Rosse. Allo stesso modo, anche se molti dei Fratelli musulmani rispettano la legge, la loro concezione politica e il loro ambizioso programma risultano particolarmente pericolosi.
Questo però non basta a provare che l’attentato sia stato commesso dai Fratelli musulmani …
I Fratelli musulmani sono alleati con organizzazioni terroristiche e dispongono di un braccio paramilitare abituato a commettere violenze. I loro leader affermano di essere contro le violenze, ma al loro interno non è mai avvenuta una discussione aperta e trasparente nei confronti di una dottrina ideologica che di fatto incita all’uso delle armi.
Chi c’è dietro la rivendicazione di Ansar Bait al Makdis?
Queste persone sono evidentemente dei Fratelli musulmani o comunque fanno parte di un’alleanza al cui interno il movimento islamista detiene la leadership. I servizi segreti egiziani hanno fornito diverse prove, con dichiarazioni molto chiare subito ribattute rabbiosamente dagli stessi leader dei Fratelli musulmani. Il fatto è che i sostenitori di Morsi dispongono di somme ingenti di denaro, che possono essere state utilizzate per gli attentati. In passato gli stessi servizi segreti egiziani sono stati sospettati di essere dietro ad alcuni attentati.
Perché esclude questa possibilità?
L’attentato ha colpito la sede della polizia, e ciò rappresenta un’enorme sconfitta simbolica. A perdere la vita sono stati degli agenti che stavano facendo il servizio di leva obbligatorio. I Fratelli musulmani stanno scommettendo sul fatto di seminare il terrore tra le giovani reclute per spingerle verso una diserzione di massa. Ed è evidente che le diserzioni tra i ranghi della polizia non sono nell’interesse né dell’Esercito né dei servizi segreti.
(Pietro Vernizzi)