“Lo scandalo sulla corruzione nell’AKP di Erdogan è il segno della mancanza di trasparenza nella società turca. La libertà di indagine e il diritto di critica sono messi a dura prova nel Paese, eppure in una democrazia dovrebbero esserci dei diritti garantiti”. Lo afferma Selin Sanli, corrispondente dall’Italia per la tv turca TRT. Un’indagine della polizia ha portato all’arresto di 91 persone vicine all’AKP di Erdogan, tra cui anche i figli di tre ministri. Nelle abitazioni degli inquisiti sono stati trovati 17,5 milioni di dollari in contanti. Il premier turco Erdogan ieri si è recato in visita in Iran, mentre il caso sullo scandalo monta sempre di più.
Ritiene che le accuse sulla corruzione siano fondate?
Le accuse sono fondate, anche se l’AKP di Erdogan smentisce tutto. I poliziotti che avevano iniziato le indagini sono stati trasferiti o licenziati ed è sempre in corso uno scontro anche politico sulla vicenda. Per Erdogan si tratta di attacchi infondati, eppure i ministri coinvolti si sono dimessi. Il denaro oggetto dell’indagine è stato ritrovato, per un totale di 17,5 milioni di dollari in contanti. L’accusa è contro il governo, il quale sa difendersi molto bene. All’apparenza le indagini continuano.
Quanto è diffusa la corruzione nel governo turco?
La vicenda stessa lo dice da sé, anche se abuso di potere e corruzione potrebbero essere un fatto personale. C’è chi coglie subito la prima occasione e chi non lo farebbe mai. Anche se quando uno ha molto potere è più facile che cada in questi abusi.
Questa vicenda è il segno di un problema più profondo che riguarda la trasparenza nella vita politica turca?
Questo sicuramente. La trasparenza manca e si sa solo ciò che il governo intende far sapere. Criticare e indagare non è permesso, c’è sempre un po’ di paura. Il mio auspicio è che ci sia maggiore trasparenza e libertà di indagine e di critica. In una democrazia si dovrebbe poter criticare ogni cosa, e poi ovviamente il governo ha diritto di replicare. Chi critica può avere frainteso ed è possibile vedere le cose da un altro punto di vista. E’ possibile che non tutte le persone indagate siano colpevoli e la cosa andrà ancora approfondita. I 17,5 milioni di dollari in contanti nella casa dei personaggi arrestati è però di per sé indicativa, non si è mai sentito o visto che qualcuno abbia in casa una cifra così elevata. Il fatto stesso che quel denaro non potesse essere messo in banca indica che si tratta di soldi sporchi.
Perché il governo ha alzato il tasso d’interesse al 7,75%?
E’ una conseguenza del rialzo dell’inflazione, dopo che per due o tre anni era rimasta più stabile. Nell’ultimo anno l’economia turca ha beneficiato di un notevole miglioramento, soprattutto perché i Paesi arabi e musulmani hanno investito molto nel settore bancario e immobiliare. La disoccupazione e una certa indigenza ci sono, anche se meno rispetto alla Grecia e all’Italia. La banca centrale della Turchia sta cercando di riequilibrare la situazione alzando leggermente il tasso d’interesse. Anche le banche seguiranno questa decisione in quanto hanno bisogno di liquidità turca.
(Pietro Vernizzi)