E’ una super guerra, scrivono alcuni analisti, quella che si gioca ormai in Medio Oriente, tra Siria, Iraq e Libano, una guerra che vede al momento forza vincente Al Qaeda, una guerra che vede sunniti contro sciiti con la partecipazione nell’ombra di Iran, Arabia Saudita e in mezzo proprio le milizie che furono di bin Laden. Gli effetti sono e saranno sempre più devastanti sullo scacchiere internazionale. Come spiega in questa intervista a ilsussidiario.net Massimo Introvigne, “è l’assenza di una politica decisa, di una visione globale da parte di Stati Uniti e Unione europea che sta lasciando spazio a tutto questo. Al Qaeda è ormai entrata in una fase in cui mira a costituire emirati indipendenti, Stati dentro gli Stati come sta facendo con successo in Siria e Iraq”. Solo il Vaticano, aggiunge Introvigne, sta portando avanti una linea diplomatica forte e instancabile per supplire alla vergognosa assenza di Usa e Unione europea.
E’ degli ultimi giorni la notizia che l’esercito ribelle siriano ha lanciato un ultimatum alle milizie di Al Qaeda in Siria. Sembra che la guerra si stia portando da quella contro Assad a una guerra fra milizie ribelli.
Bisogna prima di tutto, come sempre, fare un po’ di storia. La linea di Al Qaeda ha attraversato tre fasi ben distinte, oggi siamo alla terza fase. La prima fase era quella di un’organizzazione terroristica classica, come le Brigate rosse per fare un esempio, ed era limitata ad attentati. Nella seconda fase, quella del dopo 11 settembre, si è passati a una sorta di rete in franchising di tanti gruppi che ricevevano il permesso di usare il nome, armi e aiuti economici però operavano in autonomia.
La terza fase?
La terza fase è una fase in cui si è entrati dopo la morte di bin Laden. E’ una fase in cui Al Qaeda punta a fare qualcosa di diverso dal terrorismo classico, e cioè a controllare territori fisici, dove batte moneta, fa tribunali, organizza la polizia: una sorta di emirati indipendenti, Stati negli Stati che poi si colleghino fra loro.
Una fase decisamente ambiziosa, Al Qaeda sta diventando dunque un vero Stato.
Infatti. Ma il passaggio a tutto questo presuppone anche un rovesciamento delle alleanze internazionali perché bin Laden ha certamente avuto relazioni, negate ufficialmente ma perseguite sotto banco, con l’Iran sciita. Quando ad esempio Al Qaeda per via di al-Zarqawi in Iraq cominciò a utilizzare una retorica anti sciita, e al Zarkawi venne trovato e ucciso nel 2006 fu lo stesso bin Laden a dare agli occidentali le informazioni per ucciderlo. Nella sua prima e seconda fase Al Qaeda cercava di mantenere un rapporto diplomatico con l’Iran in chiave anti occidentale e di non andare contro i cristiani arabi e gli sciiti, che per via delle loro posizioni anti israeliane facevano comodo.
Invece adesso i cristiani non fanno più comodo, si direbbe.
Già, perché nella terza fase lo scopo non sono più le cellule terroristiche, ma costituire veri e propri nuclei territoriali. Una scelta drastica in chiave anti sciita e anti cristiana, basti vedere quello che succede nel Negreb, il supporto a Boko Haram in Nigeria, e quindi anche in Siria. In questa chiave si spiegano alcuni recenti avvenimenti, ad esempio è significativo l’attentato di Beirut, da leggersi in chiave anti Hezbollah, mentre bin Laden aveva buoni rapporti con Hezbollah. L’attentato dell’altro giorno è un’evidente dichiarazione di guerra di Al Qaeda agli sciiti.
In Iraq succede lo stesso.
Qui, ma anche in Siria, opera Isis, il gruppo che si chiama Stato islamico dell’Iraq e del levante. Al Qaeda in Iraq si è presa la città di Falluja proprio in questi giorni, per costituire un piccolo emirato all’interno dell’Iraq utilizzano l’odio anti sciita della popolazione delle zone sunnite. Appartengono a Isis anche le leadership della truppa militare di Al Qaeda in Siria. Tutto questo porta il rovesciamento del comandamento di bin Laden di non dare noia agli sciiti e ai cristiani arabi. Questo comandamento è stato rovesciato in favore di una logica ferocemente identitaria, sunnita, con attacchi ai cristiani in Africa e agli sciiti dove ci sono, Iraq, Libano e anche Siria.
E intanto il Libano si trova nuovamente trascinato nelle violenze suo malgrado.
Il Libano è un paese che vanta un’antichissima comunità cristiana capace di convivenza pacifica, come disse anche Benedetto XVI quando vi si recò. Purtroppo tutto questo è saltato perché in Libano si combattono per procura altre guerre, e cioè il conflitto fra israeliani e palestinesi e quello siriano tra sunniti e alauiti, il clan degli Assad. Ci sono sempre meno cristiani, elemento stabilizzatore, perché costretti a fuggire. E quindi la situazione effettivamente non lascia ben sperare.
Quanto di tutto questo è responsabilità della politica estera di Obama?
Il grande dramma di questi sei anni di Obama è la totale mancanza di idee e di leadership. Questa continua oscillazione fra retoriche è quanto di peggio si possa immaginare, per questi paesi, e dà l’impressione che non ci sia una strategia.
Obama nella sua confusione ha quasi scatenato una guerra mondiale quando voleva attaccare la Siria.
L’idea di dichiarare guerra era peggiore del male, fortunatamente ostacolata anche dall’iniziativa di Papa Francesco e dall’imprevedibile successo numerico in tutto il mondo del digiuno per la pace. Adesso ci sarà un altro incontro per la pace in Vaticano. L’iniziativa vaticana è molto forte e in qualche modo la diplomazia della Santa sede sta cercando di supplire alla mancanza totale di idee che hanno America e Unione europea. Abbiamo visto i disastri nati in Libia, lo stesso Iraq dove faticosamente il generale Petraeus con la sua politica del bastone e della carota aveva portato risultati positivi.
E in Afghanistan?
Oggi tutto il guadagno conseguito si sta rapidamente perdendo e così anche in Afghanistan. La mancanza di visione globale dell’Unione europea e degli Stati Uniti sta portando risultati disastrosi. Solo la Santa sede sta oggi compiendo una gigantesca azione di diplomazia per sopperire questa assenza. La mancanza di politiche americane ed europee ha lasciato campo libero a poteri globali come Russia, Cina, il blocco sunnita costituito dall’Arabia Saudita, e ridato fiato al terrorismo. Oggi Al Qaeda è più forte che mai.
(Paolo Vites)