Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto 2014 sparò e uccise Mike Brown, 18enne nero di Ferguson (Missoiru) non sarà incriminato. Secondo il Gran Giurì non ci sono prove sufficienti per il rinvio a giudizio dell’agente. La decisione era nell’aria, così come gli incidenti in città se la sentenza fosse stata favorevole alla difesa. Alle parole del pubblico ministero Roberto McCulloch (“È stata fatta un’indagine completa”) e a quelle di Eric Holder, ministro della Giustizia (“il dipartimento va avanti con la propria inchiesta sull’uccisione di Brown e sulle accuse alla polizia di ricorrere a presunte politiche e pratiche incostituzionali”), sono seguite quelle – a sorpresa – di Barack Obama, che è intervenuto in diretta tv per placare gli animi, a dir poco accesi: “Il nostro Paese è bastato sullo Stato di diritto e dobbiamo accettare il fatto che questa e’ stata una decisione del Gran giurì”. Il presidente degli Stati Uniti ha invitato i manifestanti a protestare pacificamente (cosa che non è avvenuta) e ha anche esortato la polizia a “mostrare moderazione. L’inquilino della Casa Bianca ha aggiunto: “Non ci sono scuse per la violenza. I progressi non si fanno lanciando bottiglie” ricordando comunque come ci sia “una profonda sfiducia tra la polizia e la comunità afroamericana” a causa dell’“eredità di una lunga storia di discriminazione nel nostro Paese”. “È necessario riconoscere come la situazione di Ferguson parla all’intero Paese e mostra le più ampie sfide che noi ancora affrontiamo come nazione” ha concluso Obama. La famiglia della vittima si è detta “profondamente delusa per il fatto che l’assassino di nostro figlio non dovra’ rispondere delle sue azioni”. Venendo dunque alla rabbia per la decisione, le proteste non hanno avuto luogo solo a Ferguson, ma anche a New York, a Seattle, Los Angeles, Chicago, Cleveland, Oklahoma City, Oakland e Pittsburg. Ma è a Ferguson che è scoppiata la guerriglia, con scontri tra le forze dell’ordine e un gruppo di manifestanti che ha assaltato un’auto (vuota) della polizia spaccando vetri e parabrezza; e sono state incendiate e distrutte anche molte altre automobili. Le forze dell’ordine, in tenuta antisommossa, hanno dunque lanciato lacrimogeni per disperdere la folla e, ora come ora, nonostante l’altissima tensione, la situazione è sotto controllo, ma tutt’altro che risolta alla radice.