“I Democratici perderanno le elezioni per la scelta di Obama di non intervenire in Medio Oriente, nonostante l’opinione pubblica volesse una sua azione più decisa in Siria e Iraq”. Lo afferma Edward Luttwak, commentatore e politologo naturalizzato statunitense, a proposito delle elezioni di midterm di martedì. I Repubblicani sono a un passo dal conquistare la maggioranza sia al Senato sia alla House of representatives.
Davvero i Democratici perderanno?
Sì, i democratici saranno trascinati in basso da Obama. Il presidente Usa è stato molto saggio in politica estera, ma l’opinione pubblica, spinta dall’emozione del momento, non accetta la decisione della Casa Bianca, secondo cui il mondo arabo non vale la vita di un solo soldato americano. Obama è contrario all’intervento in Siria e Iraq, e ha resistito alle pressioni della “folla isterica”.
Quali sono le responsabilità di Obama?
Obama si è circondato da uno staff profondamente sleale nei suoi confronti, che va in giro a dire che l’Amministrazione Usa non sta facendo abbastanza. L’ambasciatore Usa all’Onu, Samantha Power, e altre figure chiave vorrebbero un intervento americano in Medio Oriente, mentre Susan Rice, consigliere nazionale alla Casa Bianca, è un’incompetente. Il presidente è circondato da nemici e non ha il coraggio di buttarli tutti fuori.
Per gli americani conta di più la politica estera o l’economia?
In teoria dovrebbe contare di più l’economia, ma in pratica quando un presidente Usa mostra di essere debole in politica estera è finito.
L’elettorato democratico è così guerrafondaio?
Non è guerrafondaio, ma reagisce in modo emotivo alla barbarie che emana dal Medio Oriente. Mi riferisco alla barbarie di Assad, degli sciiti, del governo iraniano che continua a impiccare gente, mentre Rouhani sorride e abbraccia Catherine Ashton e presto anche la Mogherini. Tutto questo mentre proseguono i massacri dello Stato islamico e il Pakistan uccide i cristiani con l’accusa di blasfemia. Pur chiamandosi Barack Hussein, Obama è giunto alla conclusione che il mondo arabo e musulmano non vale niente e gli ha voltato le spalle. La folla americana però è inferocita e illusa che gli Stati Uniti possano e debbano intervenire.
Che cosa sta avvenendo nel frattempo nel campo repubblicano?
Il campo repubblicano ha due facce. Da un lato c’e un interventismo a buon mercato, anche se nella realtà se fossero al potere gli stessi Repubblicani farebbero poco o niente. Dall’altra il campo repubblicano cattura numerosi consensi perché si erige contro i radical chic e gli ambientalisti. Questi ultimi sostengono energia eolica e solare, non rendendosi conto che l’effetto è soltanto quello di bruciare carbone. Gli ambientalisti sono sempre più invisi da parte dell’opinione pubblica Usa, e quindi votano contro i democratici.
Che cosa emerge dalle elezioni di midterm per quanto riguarda le presidenziali?
Stanno emergendo figure che sono molto più competenti di Obama. Jeb Bush è stato uno splendido governatore della Florida, largamente popolare presso gli elettori di entrambi i partiti. Hillary Clinton ha mille problemi, ma è stata un segretario di Stato molto efficace, molto dura e molto non di sinistra. Ha solide credenziali anche il governatore del Texas, Rick Perry, che per molti è troppo folcloristico, ma ha aumentato l’occupazione mentre ovunque avveniva il contrario. Le sue politiche in campo economico sono state deliberate, efficaci e molto brillanti.
(Pietro Vernizzi)