Otto mesi fa Clayton Lockett fu giustiziato, in seguito alla condanna a morte pendente su di lui nello stato dell’Oklahoma. Ai tempi si disse che qualcosa non era andato nel verso giusto, ma solo oggi emergono i dettagli di quello che è stato un vero massacro. Lo riporta il New York Times dicendo che il medico che doveva eseguire la condanna tramite iniezione letale non era riuscito a inserire la siringa nell’inguine dovendo ritentare numerose volte, fino a quando ha per errore trafitto un’arteria. Il sangue del condannato a morte è spruzzato ovunque, trasformando la scena dell’esecuzione in una sorta di macelleria. La morte di Lockett, 38 anni al momento dell’esecuzione, condannato per omicidio e stupro, viene descritta come una sofferenza indicibile: spasmi, contorcimenti, denti digrignati, gemiti di agonia fino a cercare di sollevare la testa dal cuscino. Viene poi dichiarato privo di sensi , ma la morte arriva solo dopo tre quarti d’ora per attacco cardiaco. Il medico che stava eseguendo l’esecuzione era rimasto infatti senza il veleno necessario, avendolo in pratica sprecato tutto e l’ago stesso era troppo corto per raggiungere le vene: il cuore di Lockett si è poi fermato senza che nessun intervento per tentare di rianimarlo sia stato fatto. In pratica è stato abbandonato al suo destino sperando che morisse in fretta. Adesso una commissione di inchiesta sta indagando su quanto successo. Proprio in questi gironi sono state diffuse le cifre delle esecuzioni capitali nel mondo: con 35 di esse nel corso del 2014, gli Stati Uniti seguono paesi come Iran, Corea del nord e Cina in questa classifica di sangue.