Blitz della polizia nella cioccolateria di Sydney sotto assedio dalle 9.45 (ora locale) di lunedì mattina. Verso le due del mattino di martedì le forze speciali australiane hanno fatto irruzione nel Lindt Chocolate Cafe di Martin Place, nel centro della città, dopo che un altro gruppo di sei ostaggi è riuscito a fuggire: sono stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco e al termine dell’assedio il bilancio parla di due morti, tra cui il sequestratore. L’altra vittima sarebbe un ostaggio. Ci sarebbero anche almeno quattro feriti, tra cui un poliziotto e un altro ostaggio colpito a una gamba. Alcune persone sono state portate via a braccia dagli agenti, mentre altre sono state trasportate in barella dai paramedici che sono entrati nel locale a irruzione terminata. E’ stato utilizzato anche un robot antibomba per individuare eventuali ordigni.
Continuano le ore di paura a Sydney, dove un uomo ha preso in ostaggio alcune persone che si trovavano all’interno di una caffetteria situata nel cento finanziario della capitale del Nuovo Galles del Sud, la Lindt Chocolate Cafè di Martin Place: secondo l’emittente australiana “9 News” il responsabile, il cui riconoscimento è stato fino a questo momento difficile perché ha sempre usato gli ostaggi come scudo per proteggere la sua identità, si chiama Man Haron Monis. L’uomo è un iraniano di 49 anni, residente a Sydney: è già noto alle autorità australiane per aver avviato una campagna contro i combattenti in Afghanistan sette anni fa. L’uomo avrebbe anche inviato una lettera offensiva nei confronti della famiglia di un soldato arruolato in battaglia, fatto per cui è stato contattato a 300 ore di servizi sociali. Il Sydney Morning Herald riporta anche che Haron Monis è stato indagato per l’omicidio della sua ex moglie e per violenze sessuali a danno di un’altra donna avvenute lo scorso anno: è conosciuto anche con il nome di Mohammad Hassan Manteghi e Sheik Haron, autoproclamatosi guida spirituale. Non sono state rese note le intenzioni e le richieste del sequestratore per una ragione di sicurezza: dopo la fuga o rilascio – ancora non è chiaro neanche questo punto – dei cinque ostaggi questa mattina, la situazione non è cambiata. Il locale è ancora circondato da elicotteri e agenti e le comunicazioni con Haron Monis continuano – riporta Agi – ; nel frattempo la zona aerea sovrastante è aperta ma alcuni voli sono dirottati, così come molti edifici limitrofi sono stati evacuati e le scuole della città sono rimaste chiuse. Nelle immagini di seguito il video da un’emittente australiana, dove si vede il responsabile farsi scudo e proteggere il volto con uno degli ostaggi:
Secondo quanto riportato dalla Bbc Online, il numero di persone tenute in ostaggio all’interno della Lindt Cafè di Sydney potrebbe aggirarsi tra i 40 e i 50; anche se Catherine Burn, il vice capo della polizia del Nuovo Galles del Sud, ha precisato che, in realtà, potrebbe essere anche inferiore a 30. “La prima cosa da fare è verificare se queste persone stanno bene” ha continuato poi, dichiarando che si sta negoziando con l’uomo all’interno del negozio, che sembra essere armato, per capire esattamente che cosa voglia e quali siano le sue intenzioni. Intanto, moltissimi gruppi musulmani hanno inviato messaggi che condannano le azioni che si stanno svolgendo nel centro della capitale del Nuovo Galles australiano: “respingiamo ogni tentativo di sacrificare vite innocenti da parte di qualsivoglia essere umano e di provocare la paura e il terrore nei cuori” si legge in un comunicato riportato da Agi. I gruppi che sono intervenuti in merito a questa presa di ostaggi hanno anche precisato che la parola “shahada”, che si legge sulla bandiera esposta nella vetrina della caffetteria, non è “una posizione politica, ma riafferma la testimonianza di una fede di cui si sono appropriati indebitamente individui disorientati che non rappresentano null’altro che loro stessi”.
Ecco la bandiera dei terroristi del califfato islamico: la si vede chiaramente nella vetrina del negozio dove un uomo ha preso oggi in ostaggio diverse persone. A sventolarla proprio due ostaggi, un dipendente del locale e una donna, minacciati dal pazzo che li ha presi prigionieri. Sulla bandiera l’usuale escreta: “Non c’è altro Dio all’infuori di Allah, e Maometto è il suo profeta”. Non è ancora chiaro quante persone siano tenute prigioniere nel bar, i responsabili del centro commerciale dicono che ci fossero dieci dipendenti e almeno trenta clienti al momento in cui il terrorista ha fatto irruzione. Intorno al locale ci sono adesso ingenti forze di polizia anti terrorismo.
Paura a Sydney, in Australia, dove un uomo armato tiene in ostaggio decine di persone in una cioccolateria del centro da quasi dieci ore. Cinque ostaggi (tre uomini e due donne) sono riusciti a scappare e a mettersi in salvo senza riportare ferite, mentre gli altri ancora rinchiusi dentro il locale hanno telefonato ad alcune emittenti locali su ordine del sequestratore per far sapere che il terrorista avrebbe piazzato quattro bombe, due dentro la cioccolateria e altre due all’esterno. Il locale è circondato da ore dagli agenti delle forze speciali che stanno trattando con l’uomo, il quale avrebbe chiesto una bandiera dello Stato Islamico in cambio della liberazione degli ostaggi. La matrice del gesto sembra infatti terroristica, confermata dal fatto che all’inizio del sequestro i clienti sono stati costretti ad appoggiare le mani contro la vetrina dove è stata esposta una bandiera nera simile a quella dello Stato Islamico. La scritta sulla bandiera è stata visibile solo in parte, ma gli esperti chiamati a decifrare il messaggio ritengono si tratti della Shahada, cioè la professione di fede, il primo e più importante dovere del musulmano che contiene il messaggio: “Non c’è altro dio all’infuori di Allah e Maometto è il messaggero di dio”. L’azione terroristica è in corso nel Central Business District di Sydney, centro nevralgico della città dove si trovano obiettivi sensibili come la Borsa, la Banca Centrale e il Consolato americano. “Si tratta evidentemente di un avvenimento inquietante, ma tutti gli australiani devono essere rassicurati sul fatto che le forze dell’ordine e della sicurezza sono ben addestrate e agiscono in maniera professionale”, ha detto il premier australiano Tony Abbot.