È un giorno di lutto a Islamabad dopo la strage nella scuola di Peshawar in cui sono morte 148 persone, ragazzi e bambini. Dopo quanto avvenuto, il governo pakistano ha deciso di reintrodurre la pena di morte per i reati di terrorismo. E’ stato stabilito in un vertice antiterrorismo presieduto dal premier Nawaz Sharif. “E’ il nostro 11 settembre”, titola il quotidiano Express Tribune, molto diffuso a Islamabad. Intanto oggi un altro attentato: due esplosioni all’esterno di una scuola femminile nella regione di Peshawar, in Pakistan, la scuola si trova a Dera Ismai Khan e fortunatamente non ci sono state vittime, in quanto l’istituto era chiuso in segno di lutto per il terribile massacro. Il gruppo Tehrek-e-Taliban Pakistan non ha esaurito la sua voglia di sangue e ha inviato un documento di quattro pagine alla stampa rivendicando la strage di Peshawar e precisando che si è trattato di una vendetta per i suoi 600 militanti uccisi quest’anno nelle operazioni militari. E hanno anche sostenuto nel documento di aver “colpito solo quella parte dell’edificio scolastico dove si trovavano gli studenti più grandi, non i bambini”. Segue una minaccia: “Questo tipo di attacchi continueranno. Si consiglia ai pachistani di non mandare i figli in istituzioni collegate con i militari”. Intanto, dopo l’attentato, le forze armate hanno ricevuto l’ordine di ricominciare le operazioni nel Waziristan settentrionale per l’operazione denominata Zarb-e-Azb. (Serena Marotta)