Secondo indiscrezioni uscite dopo l’arresto in Libano di una delle mogli del califfo, l’uomo forte di Isis avrebbe in tutto tre mogli. Sarebbero due irachene e una siriana, proprio come i territori conquistati dai terroristi islamici. I figli invece sarebbero almeno una dozzina. Di una di queste tre mogli, non quella arrestata, si conosce anche chi è. Si chiama Suja Dulaymi, è irachena e nello scorso mese di marzo fu oggetto di uno scambio di prigionieri tra governo siriano e terroristi. Era già stata sposata, con un leader qaedista iracheno morto in battaglia. La donna arrestata invece sarebbe siriana. Secondo gli esperti, nessuna di queste tre donne vive con il califfo, che invece sta da solo dividendosi tra preparazione di piani di guerra e studio e meditazione dell’islam.



Adolescenza passata tra i riformatori e i manicomi: un rapper tedesco è uno dei tanti occidentali finiti a combattere con le milizie islamiste di Isis. A Berlino si faceva chiamare Deso Dogg e aveva anche un discreto seguito di pubblico e fan. Il vero nome è invece Denis Cuspert eanche se adesso si fa chiamare Abu Talhal al-Alamni e pare che abbia anche raggiunto un posto di comando piuttosto elevato tra i fanatici islamici che combattono in Siria e in Iraq. 



Gli stati arabi del Golfo uniscono gli eserciti. La minaccia del fondamentalismo di Isis evidentemente adesso fa paura anche a loro. Arabia Saudita, Kuwait, Emirati arabi uniti, Oman, Qatar e Bahrein infatti stanno preparando un comando militare unico che guidi le loro truppe nella guerra della Coalizione guidata dagli Usa cominciata con i bombardamenti dello scorso 23 settembre. Un esercito imponente, di centinaia di migliaia di uomini, che prossimamente potrebbe dare il colpo mortale al califfato islamico.

L’esercito libanese ha arrestato una delle mogli e un figlio del califfo dello stato islamico Abu Bakr al Baghdadi. La notizia viene riportata oggi dai media libanesi che parlano di una azione mirata portata a termine tramite la collaborazione di diversi servizi segreti internazionali. Sempre secondo quanto riportato i due stavano cercando di entrare in Libano dalla Siria con documenti falsi. Non è chiaro perché stessero cercando di entrare in Libano, forse per sfuggire al regno del terrore del califfo o per unirsi ai terroristi islamici siriani che da alcuni mesi hanno cominciato a fare operazioni di terrore nel Libano.