Non hanno digerito bene l’opera diplomatica di Papa Francesco, decisiva nell’attuale disgelo dei rapporti tra Cuba e Stati Uniti, i cubani espatriati in America. Gli stessi leader di Cuba e Usa hanno ringraziato apertamente per il lungo lavoro segreto svolto da Bergoglio per arrivare a un risultato che tutto il mondo ha definito storico e la fine di un’era di contrapposizioni e ostilità. Come si sa negli Stati Uniti specialmente in Florida, esiste una numerosa e vivace comunità di cubani fuggiti nel corso dei decenni dalla madrepatria, comunità di fortissimi oppositori al regime castrista e di fede cattolica. Come riporta il sito theblaze.com però gli appartenenti a questa comunità non hanno gradito per nulla l’opera del Vaticano dichiarandosi in alcuni casi cattolici ma adesso cattolici senza un papa, nel senso che non riconoscono più l’autorità di Francesco. Per molti di loro infatti quanto fatto dal Pontefice va contro i veri interessi dei cubani, e anzi riconosce e ammette nella comunità internazionale democratica quello che per loro è ancora un regime autoritario e soprattutto anti cattolico. I cubani americani intervistati denunciano l’operato del papa, che secondo loro ha solo favorito il regime, senza ottenere il vero ritorno alla democrazia di Cuba. Persone come Efrain Rivers, che ha passato 16 anni in carcere a Cuba per ragioni politiche dichiara che sarà cattolico fino alla sua morte, ma adesso si considera un cattolico senza papa. Per Jose Sanchez Gronlier, un avvocato perseguitato per anni a Cuba per la sua fede cristiana, il papa non si rendeva conto di quello che stava facendo e si è comportato in modo superficiale. L’arcivescovo di Miami Thomas Wenski riconosce che nella comunità cubana americana c’è molto sconcerto e sospetto, ma anche molta felicità per quanto sta succedendo: “C’è una sofferenza reale” ha detto “ma non puoi costruire il futuro con il risentimento” ricordando come già Giovanni Paolo II e Benedetto avessero fatto passi analoghi per il disgelo fra Cuba e Stati Uniti.