“Sono bloccata in una farmacia, volevo portare dei medicinali ai dimostranti feriti, ma non posso uscire di qui, Kiev è completamente bloccata dalla polizia”. La voce drammatica e spaventata del nostro contatto nella capitale ucraina ci giunge a fatica nelle ore della violenta repressione poliziesca che, quando scriviamo queste righe, ha già causato sette morti e molti feriti (a sera il bilancio è di almeno 24 vittime, ndr). La persona con cui siamo al telefono ci chiede anche di non fare il suo nome, tanta è la paura di poter venire in qualche modo identificata e arrestata. Questa è l’Ucraina oggi, dopo mesi di manifestazioni contro il potere oligarchico del presidente filo russo Yanukovich. Negli ultimi giorni era sembrato che si fosse arrivati a un clima di distensione tra le opposizioni, che chiedono l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea, e il governo, che invece guarda esclusivamente a Mosca, dopo l’abbandono di alcuni palazzi governativi occupati e la promessa in cambio di un’amnistia per i prigionieri politici. Invece è scoppiata di nuovo la violenza dopo che i manifestanti infuriati per il rifiuto del governo di discutere un cambiamento in senso democratico della Costituzione si sono diretti in massa proprio verso il parlamento.
Com’è la situazione? Le agenzie hanno detto che ci sono stati dei morti per le strade.
La situazione è pazzesca, allucinante. La polizia ha dato un ultimatum, ordinando di abbandonare la piazza, altrimenti minacciano di usare la forza, cosa che stanno comunque già facendo. Stavo comprando dei farmaci ma sono rimasta bloccata: tutto il centro di Kiev è chiuso, tutte le stazioni della metropolitana, non solo quelle del centro, sono state chiuse. E’ impossibile muoversi. E’ una situazione tremenda.
Ci può dire cosa è successo esattamente? I manifestanti hanno cercato di assaltare il palazzo del parlamento?
Oggi si doveva discutere del cambio della Costituzione, l’opposizione chiedeva il ritorno a quella del 2004 che dà meno poteri al presidente di quella varata nel 2010. Ma la seduta parlamentare in realtà non è mai stata aperta e una volta iniziati gli scontri i parlamentari del partito di governo sono fuggiti da un sottopassaggio segreto, non hanno neanche avuto il coraggio di usare l’uscita principale.
Come mai i manifestanti hanno deciso di andare verso il parlamento?
Perché la gente si è giustamente infuriata quando ha saputo che la maggioranza non aveva voluto mettere all’ordine del giorno la discussione sul cambio della Costituzione.
Eppure sembrava che finalmente ci fosse un inizio di distensione nei giorni scorsi, i manifestanti avevano anche abbandonato gli edifici governativi occupati.
Sì, l’opposizione aveva fatto un gesto di distensione per soddisfare le richieste del governo e avere in cambio l’amnistia promessa, con la liberazione di oltre duecento persone detenute dallo scorso 28 dicembre. Adesso sono stati rilasciati dal carcere ma sono tutti agli arresti domiciliari e le accuse nei loro confronti non sono ancora state tolte. La procura generale dice di aver bisogno di un mese di tempo per farlo.
Che cosa potrà succedere nelle prossime ore?
La polizia ha già cominciato a distruggere le barricate, cercheranno di sgomberare ogni strada. Ci sono tantissimi feriti e le ambulanze non possono neanche passare perché hanno chiuso ogni strada. Ma gli scontri continueranno e sarà sempre peggio.
Dunque ancora una volta il governo non fa alcuna mossa per venire incontro alle opposizioni?
Questa è la loro azione, usano solo la forza, dimostrano di non essere disposti a nessun compromesso. Non vediamo alcuna disponibilità ad alcun compromesso. Anche il dibattito che si doveva fare in parlamento sulla Costituzione non era certo una cosa così grave da giustificare la morte di tante persone. Siamo ormai alla pazzia del potere.
Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri russo aveva detto che questi incidenti sono colpa dei politici occidentali che sostengono le opposizioni; l’ennesima conferma dell’ingerenza russa negli affari interni dell’Ucraina?
Per me è difficile commentare queste cose, quello che dicono i nostri politici non lo decidono loro ma viene dettato a loro da qualche altra parte. Non posso dire altro, ho paura di venir segnalata alle forze di polizia, qua abbiamo paura tutti di essere arrestati.