Mentre il popolo del suo paese soffre la fame, con quasi tre milioni di persone che rischiano la vita e una carestia perenne, il “caro leader” Kim Jong-un avrebbe speso per vizi, beni e lusso personale 645 milioni di dollari in meno di due anni. E’ uno dei dati scioccanti che emergono dal documento preparato dalle Nazioni unite a proposito della situazione dei diritti umani nella Corea del nord. Diritti umani totalmente violati con le pratiche peggiori, definite simili a quelle del nazismo e cioè torture, uccisioni, abusi sessuali, riduzione in schiavitù. Nel frattempo il dittatore coreano vive nel lusso più sfrenato: da quanto si legge nel rapporto da quando ha preso il potere nel 2012, Kim Jung ha raddoppiato le già ingenti spese personali del padre arrivando a spendere circa 350 milioni di dollari all’anno. Per un paese allo stremo e in povertà assoluta, la domanda che ci si fa è dove prenda questi soldi. La risposta: il dittatore commercia in avorio rubato in Africa rivenendolo ai suoi amici cinesi e in alcol venduto a paesi islamici dove è vietato. Insomma, un autentico contrabbandiere. Tra le spese che si leggono nel documento, l’acquisto di dozzine di Mercedes, dozzine di pianoforti e la costruzione di un teatro personale che tiene mille persone. E ancora: jet privati, feste continue, yacht di lusso e anche un’isola privata. Intanto la commissione ONu che si occupa di cibo e agricoltura in un rapporto dello scorso novembre ha stimato che la Corea del nord è una delle 34 nazioni al mondo che ha bisogno continuo di supporto alimentare dall’estero. Circa tre milioni di abitanti combattono ogni giorno con la disinutrizione e la mancanza di proteine e grassi nella loro dieta. Per non parlare delle migliaia di pesisne rinchiuse nei campi di concentramento e uccise su base quotidiana. 



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