Dopo una settimana di battaglie nelle strade, il ministero dell’Interno ucraino ha annunciato ieri la decisione di schierarsi dalla parte dei manifestanti. In una dichiarazione afferma di condividere il desiderio di un “cambiamento il prima possibile” invitando quanti protestano a mantenere la calma e a interrompere gli attacchi alla polizia, la quale sta lavorando alla costruzione di un nuovo Paese. Nel frattempo Viktor Yanukovich si è trasferito a Kharkiv e un suo portavoce ha dichiarato all’ABC che il presidente ha abbandonato la capitale Kiev dopo giorni di combattimenti. Yanukovich ha quindi parlato alla tv spiegando che non intende dimettersi. Il Parlamento ucraino ha però risposto fissando al 25 maggio la data delle elezioni presidenziali e votando per la decadenza di Viktor Yanukovich con 328 voti a favore.
Che cosa ne pensa della scelta della polizia di schierarsi con i manifestanti?
E’ tipico dei conflitti civili che le forze dell’ordine anziché difendere il governo si schierino con i manifestanti. All’interno delle forze di polizia ci sono grandi differenze, come documentato anche dal fatto che il capo di Stato maggiore della difesa e poi il vicecapo hanno dato le dimissioni per il fatto che erano contrari all’impiego dell’esercito contro i dimostranti.
Per quale motivo Yanukovich è fuggito?
Yanukovich non è fuggito dall’Ucraina, in quanto gode ancora del supporto di forze che fanno capo alla minoranza russa in Ucraina. Il presidente sa benissimo che qualora si andasse alle elezioni rischia di subire una sonora sconfitta. Il fatto che abbia lasciato Kiev vuol dire che in questo momento intende stare a vedere che cosa sta avvenendo.
Quale ruolo può giocare la liberazione della Timoshenko?
L’Ucraina è divisa tra l’opinione pubblica filo-occidentale che sosteneva la Timoshenko e la Rivoluzione arancione, e quella filo-russa nella parte Est e Sud dell’Ucraina. Ora però anche le regioni orientali e meridionali incominciano a essere dubbiose sul fatto di continuare a sostenere l’attuale presidente Yanukovich.
Come si spiega l’inasprirsi delle violenze in atto da lunedì?
La situazione è sfuggita al controllo dei capi dell’opposizione, per l’effetto di elementi radicali che perseguono un loro autonomo disegno violento. Non prevedo che gli scontri si plachino, ormai si è quasi giunti al punto di non ritorno e bisognerà vedere che cosa deciderà di fare Yanukovich. Il presidente ucraino è al bivio, potrebbe decidere di impiegare l’esercito o meno. L’opzione militare presenta grossi problemi per il governo di Kiev, come dimostra la sostituzione del capo di Stato maggiore, generale Volodymyr Zamana. L’esercito è sostanzialmente diviso, e se Yanukovich dovesse ordinare un suo intervento contro i manifestanti rischia di spaccarsi in due. In questo caso la situazione diventerebbe ancora peggiore, in quanto da un’insurrezione si passerebbe a una vera e propria guerra civile.
L’opposizione è in grado di mobilitare una massa di persone tali da poter resistere all’esercito?
L’opposizione si è impadronita di circa 1.500-2.000 fucili sottratti alle forze di polizia, ma non è nelle condizioni di resistere a un attacco deciso delle forze corazzate. La guerra civile scoppierà solo se l’esercito si divide. Quanto è realistica quest’ultima ipotesi? Ritengo che la possibilità sia abbastanza elevata, la darei al 40 per cento contro il 60 per cento che le forze armate obbediscano agli ordini.
I generali da che parte stanno?
Il generale Zamana è stato rimosso dal suo incarico proprio per avere affermato che l’esercito non sarebbe mai intervenuto contro i dimostranti. Un fatto che documenta come anche tra le fila degli ufficiali di alto rango ci sia una netta divisione sulla necessità di obbedire o meno agli ordini del governo.
In caso di guerra civile, la Russia starà a guardare o manderà le sue armate?
La Russia appoggerà politicamente e finanziariamente il presidente Yanukovich e i governatori delle regioni del Sud e dell’Est del Paese, ma non si impegnerà direttamente con le sue forze. Se lo facesse rischierebbe infatti di guastare tutti i rapporti internazionali e in particolare quelli con la Germania.
Quanto contano gli elementi radicali dell’opposizione?
Sono abbastanza forti e numerosi da guidare gli attacchi contro la polizia. La rivolta in Ucraina è stata inizialmente spontanea, ma continuando nel tempo a poco a poco si è radicalizzata come avviene per tutte le insurrezioni. La protesta è passata così nelle mani degli elementi più radicali e bellicosi.
L’opinione pubblica in Ucraina alla fine può cambiare le sorti del conflitto?
Quanti scendono nelle strade sono schierati con l’opposizione, ma c’è anche una maggioranza silenziosa che in queste ore drammatiche rimane chiusa in casa. A questi due diversi gruppi si aggiunge il blocco delle regioni filo-russe nell’Ucraina orientale che sono contro i rivoltosi.
(Pietro Vernizzi)