“Quando il vento soffia dal Sudest, piove come la peste” recita un proverbio popolare che costituisce una sorta di dogma climatico a Buenos Aires. L’attuale momento economico e politico dell’Argentina è molto simile a questo vento che preannuncia temporali . I segni evidenti dell’esaurimento politico che soffre il potere ufficiale sono costituiti da un vuoto politico e da un’economia che si deteriora quotidianamente . Dopo le elezioni primarie del mese di agosto e quelle legislative d’ottobre che hanno significato una grande sconfitta per il kirchnerismo e la fine delle sue aspirazioni di proseguire nella gestione del potere mediante una riforma costituzionale, la convalescenza dalla malattia della Presidente Cristina Kirchner (sia essa reale o no, ingigantita o no, curiosamente opportunista o no) ha mantenuto la mandataria lontana dalla scena politica fino ad oggi, con scarse apparizioni pubbliche, cosa che ha trasmesso un messaggio di assenza che i funzionari di una inesistente equipe governativa non hanno potuto nascondere.
Le due facce visibili del potere , il Ministro dell’Economia Axel Kiciloff e il Capo di Gabinetto dei Ministri Jorge Capitanich , sono incorsi in questi ultimi tempi in frequenti contraddizioni e rifiuti , non senza rilevare entrambi che è “Cristina quella che decide “. In questo modo hanno seminato il dubbio se tra i funzionari ci sia una mancanza di comunicazione o se i fatti abbiano una spiegazione che le decisioni e successive smentite siano attribuibili alla propria Presidente . In ogni caso , Cristina perde il controllo politico ma non abbandona le sue abitudini . E’ ormai di dominio pubblico la notizia che durante il suo soggiorno di tre settimane nel Calafate , il suo “rifugio nel mondo “ , si sia occupata dell’inizio della costruzione del suo quarto hotel di lusso , situato in terreni che prima erano di proprietà statale , acquistati a prezzi estremamente convenienti . Nel frattempo politici e sindacalisti sono impegnati nel classico gioco estivo delle alleanze in vista del cambio istituzionale largamente previsto per il 2015 .
Sebbene il deputato Sergio Massa e il Governatore Daniel Scioli ( entrambi peronisti che hanno occupato incarichi pubblici durante la decade kirchnerista ) comandino in questo ordine i sondaggi per le presidenziali , il ricorso a vecchie pratiche politiche – estremamente lontane dalla volontà di cambio che la stessa società aveva espresso votandoli l’ottobre scorso – può porre in pericolo il loro capitale politico che si giocano nelle elezioni del 2015. Nonostante la diserzione di tutta l’opposizione , che mostra una differenza reale con l’attuale potere ( con la sola eccezione del capo del Governo di Buenos Aires Maurizio Macri , che però si dimostra debole nel momento di giocare le sue carte presidenziali ) , faciliti i piani di Massa e Scioli . La differenza tra i due risiede nel fatto che il primo si dimostra più attivo a livello di iniziativa e ha marcato la propria differenza con il Governo , mentre il secondo sembra rincorrere i problemi che gli provoca la sua carica di Governatore – che non son pochi – e per necessità o convenienza non ha mai reso pubblico il suo “divorzio” dalla Kirchner.
L’inflazione aumenta e le stime di un 20/25 % annuo previste nel recente passato si rivelano chiaramente insufficienti per il 2014 . Bisognerà pensare in un 30/35/40 % , sempre che il Governo riesca a mantenere l’equilibrio sull’onda. In caso contrario , seguendo il ritmo con cui si abbassano le riserve monetarie e cresce la svalutazione , il pronostico in materia di evoluzione dei prezzi potrebbe peggiorare .L’Argentina ha iniziato le trattative per cancellare il suo debito con il “Club di Parigi “ , passaggio obbligato per poter accedere al mercato dal quale si autoescluse dopo il default del 2001/2002 con la manovra conosciuta come “politica di riduzione dell’ indebitamento “ portata aventi dal kirchnerismo , nonostante la quale scelse di indebitarsi con il Venezuela di Chavez al 15 % annuo di interesse mentre il mondo finanziario prestava capitali al 2%. Il ritorno ai mercati internazionali costituisce allo stesso tempo una necessità impellente e una frattura ideologica per il kirchnerismo , che in ogni caso si presta a lasciare una pesante eredità al Governo che seguirà , a qualunque segno politico appartenga . Il 2014 si presenta imprevedibile , come il vento del Sudest che può cogliere di sorpresa al miglior navigante del Rio De La Plata . “ Se soffia il vento del SudEst”…..